"Feste amare per l'applicazione del referendum, a livello nazionale e locale". Così gli attivisti del comitato Acqua Bene Comune – Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua commentano la decisione dell'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas (AEEG) che il 27 dicembre scorso ha approvato il Metodo Tariffario Idrico 2014-2015, confermando quanto contenuto nel Metodo Tariffario Transitorio. "Ancora una volta, dietro una delibera amministrativa, si cela una volontà politica, ovvero tutelare gli interessi di pochi e ricchi privati, a scapito degli interessi della collettività e del tessuto sociale sempre più impoverito ed attaccato nella crisi in cui viviamo" si legge nel comunicato.
Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua ha promosso un ricorso presso il TAR della Lombardia contro il reinserimento della remunerazione in bolletta, che vedrà la sua prima udienza il prossimo 23 gennaio, le cui ragioni verranno ampiamente esposte nel corso del Convegno che si terrà a Milano il 18 gennaio, insieme alle proposte del Forum per il finanziamento del servizio idrico.
IL COMUNICATO
Mentre a Piacenza avanza la Spa mista che in spregio al referendum continuerebbe a fare profitti sull'acqua, a livello nazionale l'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas (AEEG) ha nuovamente colpito nel silenzio delle feste. Il 27 Dicembre, infatti, ha approvato il Metodo Tariffario Idrico 2014-2015, confermando quanto contenuto nel Metodo Tariffario Transitorio e sancendo nuovamente, nei fatti, la negazione dei Referendum del Giugno 2011.
Nonostante un prolisso richiamo alle norme passate, nello specifico le sentenze della Corte Costituzionale, l'Autorità ripropone lo stesso calcolo per cui la remunerazione del capitale investito, abrogata dai referendum, viene camuffata sotto la denominazione “oneri finanziari”, ma non cambia la sostanza: profitti garantiti in bolletta. Le criticità quindi rimangono tutte, compresa l'incapacità del nuovo metodo tariffario di garantire gli investimenti necessari al comparto idrico. Investimenti che, come i numeri dimostrano da più di 20 anni, non trovano spazio nel metodo del full cost recovery, cioè nell'assioma che vuole tutti i costi del servizio coperti dalla bolletta, profitti del gestore compresi. L'Autorità cosiddetta “indipendente”, anche se il suo sostentamento è pagato dagli Enti gestori del servizio idrico, continua quindi ad agire sulla base di un'impostazione neoliberista e privatizzatrice, condivisa dagli ultimi governi che si sono avvicendati nel Paese, e a quanto pare da una parte rilevante della politica locale che vuole puntare ancora una volta su una Spa mista per la gestione dell'acqua.
Ancora una volta, dietro una delibera amministrativa, si cela una volontà politica, ovvero tutelare gli interessi di pochi e ricchi privati, a scapito degli interessi della collettività e del tessuto sociale sempre più impoverito ed attaccato nella crisi in cui viviamo. Ancora una volta lo si fa calpestando il voto democraticamente espresso da 27 milioni di italiani. Di questo riteniamo i membri dell'AEEG direttamente responsabili e per questo chiediamo le loro dimissioni oltre al ritiro del nuovo metodo tariffario. Contemporaneamente chiediamo ad Atersir ai Sindaci ed ai Consigli Comunali, che in questi giorni saranno chiamati ad esprimersi sul Protocollo d'Intesa per la Spa mista, di non proseguire con questa scelta che tradirebbe il referendum, e di attendere l'esito dei ricorsi che a breve potrebbero finalmente portare a una effettiva applicazione del 2° quesito e quindi all'eliminazione dei profitti del gestore.
Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua ha infatti promosso un ricorso presso il TAR della Lombardia contro il reinserimento della remunerazione in bolletta, che vedrà la sua prima udienza il prossimo 23 gennaio, le cui ragioni verranno ampiamente esposte nel corso del Convegno che si terrà a Milano il 18 gennaio, insieme alle proposte del Forum per il finanziamento del servizio idrico. L'alternativa esiste ed è realizzabile, affidare il servizio a una azienda completamente pubblica senza scopo di lucro, gli italiani e le italiane l'hanno già scelta con i referendum di giugno 2011 e continueremo a batterci affinché le leggi del mercato e del profitto escano dalla gestione dell'acqua e dei beni comuni. Perchè si scrive acqua, si legge democrazia, e vogliamo ripubblicizzarle entrambe.
Comitato Acqua Bene Comune Piacenza – FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA