Un prestigioso cluster di Università e centri di ricerca e un obiettivo strategico per uno dei prodotti chiave dell’agroalimentare italiano: il Grana Padano.
Il progetto di ricerca che vede coinvolta l’Università Cattolica con tre istituti della facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali – Microbiologia, Scienze degli alimenti e della nutrizione e Zootecnica – punta a valorizzare la produzione del Grana Padano DOP tramite il controllo di filiera e l’ottimizzazione dei processi produttivi.
Finanziato dal Ministero delle politiche agrarie alimentari e forestali, il progetto intende definire le migliori modalità operative per la produzione di latte e per la sua trasformazione in Grana Padano DOP senza utilizzo di additivi, nel rispetto delle caratteristiche zootecniche e agronomiche della zona di produzione e delle prescrizioni del disciplinare di questo prestigioso prodotto DOP. In particolare, la ricerca è focalizzata sullo studio dei fattori ambientali e tecnologici che influenzano lo sviluppo dei clostridi, agenti di deterioramento del prodotto.
Coinvolti dunque tutti i settori specialistici d’interesse che vanno da quello microbiologico e di genomica, a quello zootecnico, passando da quelli tecnologico, biochimico e agronomico della filiera di produzione.
Il progetto vede il coinvolgimento di: Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza (Istituto di Microbiologia, Istituto di Scienze degli alimenti e della nutrizione, Istituto di Zootecnica); Istituto Sperimentale Italiano Lazzaro Spallanzani; Consorzio di Ricerca e Sperimentazione degli Allevatori (CRSA); Università degli Studi della Tuscia di Viterbo; Università degli Studi di Milano, Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lombardia Emilia Romagna; e di numerose collaborazioni: Consorzio tutela Grana Padano; Nomisma; CSQA CERTIFICAZIONE; Spallanzani Technology; Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Padova, Parma e Torino; Facoltà di Veterinaria dell’Università degli studi di Bologna; CERZOO dell’Università Cattolica; Istituto Superiore di Sanità; Università degli Studi di Sassari, Facoltà di Biotecnologie Agrarie e Ambientali; CNR-Mi; Dinamica Generale. Complessivamente sono coinvolte alcune decine di ricercatori.