Il pane è un alimento antico, già noto persino all'Homo erectus, eppure, in periodo di crisi, rischia di essere sempre più raro sulla tavola degli italiani, piacentini compresi. A testimoniarlo il calo drastico delle vendite, di oltre il 30% nell’ultimo anno, messo in evidenza da Assopanificatori Piacenza.
“Purtroppo con la diffusione del pane surgelato – ci ha spiegato Aldo di Furia, segretario dell’associazione di categoria – sempre meno persone acquistano quello fresco. A discapito di qualità e digeribilità del prodotto”.
Così, nonostante i prezzi siano invariati da anni, il calo è sensibile anche nel Piacentino, che conta 30 associati in città e circa un centinaio in provincia. Un lavoro particolare, quello del fornaio. Oltre al calo di vendite, dovuto certamente al "pane da supermercato”, si registra da decenni la disaffezione da parte soprattutto dei giovani a questo lavoro, nonostante la drammatica situazione occupazionale: “Non lo vuole più fare nessuno, perché i giovani esigono di avere il sabato e la domenica liberi ma soprattutto le notti. Si lavora dalle 4 a mezzogiorno e non accettano questi orari” ha sottolineato Di Furia, che fa questo mestiere addirittura dal 1961.
In questo modo i panificatori piacentini, quasi tutti con forni a conduzione familiare, si sentono in via d’estinzione. “E’ un peccato – ha detto il segretario – perché è un mestiere che richiede passione ma può dare anche tante soddisfazioni. Poi, nella nostra zona, abbiamo il pane piacentino che rischia di essere perduto come ricetta. E’ semplice,solo con grano locale, acqua e farina e nessun ingrediente esterno, però è di ottima qualità tanto da avere un marchio ad hoc che si può trovare applicato alle buste con le quali viene distribuito”.
Sarà quindi un Natale amaro per i fornai, che nelle festività più che sul pane puntano sui dolci per fare cassa. Ma, passate le celebrazioni, si tornerà a ritmi di vendita decisamente inferiori. E anche in questo settore, come spesso accade, le recriminazioni maggiori sono verso la politica: “Ci era stata fatta una promessa, quattro anni fa, di sostegno al settore dopo che il governo aveva equiparato il pane fresco a quello surgelato ma siamo ancora in attesa. Nel frattempo il settore soffre la crisi e il pane sulle nostre tavole è sempre meno di qualità e le nostre tasche sempre più vuote” ha detto con rassegnazione Di Furia.