La lettera di un figlio al padre detenuto: “Papà, basta fare il Pinocchio”

 “Interromperò il silenzio che mi sono imposto quando sono stato informato del tuo arresto e ti descriverò, con  sincerità, cosa ho pensato in tutto questo tempo”. Così inizia la commovente lettera che un ragazzo piacentino ha inviato al padre, carcerato alle Novate, e resa nota da Alberto Gromi, garante per i detenuti, in vista del Natale e del suo compleanno.

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Un “doppio regalo” del giovane, che dice di essersi imposto il silenzio finora nei confronti del genitore pensando “che noi fossimo una delle principali cause delle tue vicissitudini (gli arresti, l’alcol, le cattive frequentazioni, la vita sregolata)”, e che ha ricordato della delusione provata per aver pensato che il genitore avesse finalmente smesso con “gli espedienti”. Invece, pochi giorni dopo, l’arresto. E arriva a domandarsi: “Il nostro Pinocchio sarà cresciuto definitivamente o seguirà ancora il cattivo esempio di Lucignolo, del gatto e della volpe?”.

Ora, però, sembra convinto della risposta. Da quando ha trovato un lavoro e riesce a sostenere onestamente la famiglia, si sente di voler far sapere al padre di “maturare definitivamente assumendomi tutte le mie responsabilità e andando a lavorare. Anche Fede  il fratello, ndr), sebbene con un percorso diverso, ha fatto lo stesso. Questa scelta ovviamente ha comportato delle grosse rinunce ma ha permesso alla nostra famiglia di diventare indipendente economicamente ed ha sgravato te e la mamma di qualche obbligo di sostentamento”.

Un esempio, che il ragazzo piacentino ha voluto riportare nella lettera al padre detenuto, che vuole essere anche un consiglio utile in attesa della sua scarcerazione e del ritorno ad una vita diversa in futuro: “In ogni caso è fondamentale che, quando uscirai, tu riesca subito a fare ciò che io e mio fratello abbiamo fatto anni fa: andare a lavorare. Solo cosi potrai condurre una vita regolare ed onesta, evitando di rotolare nuovamente giù per la china”.
E conclude la sua missiva con una speranza: “Quando uscirai definitivamente sarai di nuovo libero. Per te sarà come rinascere, sarà la tua seconda vita. Fai che io possa essere fiero di questo nuovo Enrico. Fallo per me, ma soprattutto per te. Buon compleanno Papà”.

LA LETTERA DI UN FIGLIO AL PADRE CARCERATO ALLE NOVATE

Caro Papà,

so che oggi per te è un giorno speciale e pertanto ho deciso di farti un regalo, anzi due: interromperò il silenzio che mi sono imposto quando sono stato informato del tuo arresto e ti descriverò, con  sincerità, cosa ho pensato in tutto questo tempo.

Durante gli anni del liceo e dell’università le molte e pesanti discussioni tra te e la mamma mi avevano portato alla convinzione, forse fondata, forse no, che noi fossimo una delle principali cause delle tue vicissitudini (gli arresti, l’alcol, le cattive frequentazioni, la vita sregolata).

 Alla fine, visti i risultati drammatici che stavano assumendo gli eventi, ho deciso di imboccare, con decisione, l’unica strada percorribile: maturare definitivamente assumendomi tutte le mie responsabilità e andando a lavorare.

Anche Fede, sebbene con un percorso diverso, ha fatto lo stesso.

Questa scelta ovviamente ha comportato delle grosse rinunce ma ha permesso alla nostra famiglia di diventare indipendente economicamente ed ha sgravato te e la mamma di qualche obbligo di sostentamento.

In tal modo, pensavo ingenuamente, papà dovrà provvedere solo a se stesso e quindi non dovrà più delinquere per causa nostra.

 Speravo infatti che ti bastasse vivere di “piccoli espedienti “.

Quanto mi sbagliavo!

Ricordo ancora molto bene l’ultima volta che ti ho visto prima dell’arresto.

Era l’inizio di dicembre e io e la mamma eravamo andati dall’ottico di Via Pigna.

Nel negozio della zia c’eri anche tu a “dare una mano”.

Al momento di andare via entrò un cliente tu, poiché Giuseppe  era già impegnato con un signore e la zia ci stava accompagnando alla macchina, guardandomi fiero iniziasti a servirlo.

In quel momento fui davvero felice: forse mio padre era cambiato, forse avevo raggiunto il mio scopo.

Povero illuso ! Dopo pochi giorni la doccia fredda: la notizia dell’arresto con tanto di motivazioni.

Che rabbia! La provo ancora adesso.

Non riuscivo a credere alle mie orecchie.

Chi commette certi reati è giusto che paghi, che paghi caro.

Altro che padre onesto. E’ proprio vero “il lupo perde il pelo ma non il vizio”.

Ma di una cosa sono certo: questa volta non era stato per colpa nostra.

Decisi quindi di chiudermi in me stesso e di seppellire il tutto. Più volte in questi anni mi è capitato di pormi delle domande: Come starà in questo momento? Come starà passando tutto questo tempo? Quando me lo ritroverò davanti, cosa gli dirò? Cosa farò?

E soprattutto: Avrà messo la testa a posto?

Non ho mai trovato una risposta perché ogni volta ho subito cambiato l’oggetto dei miei pensieri.

Preferivo non pensarci ed evitare di riaprire una ferita che non si è mai rimarginata completamente.

Come hai visto sono stato molto colpito nel rivederti. Proprio il giorno di Natale, è stata davvero una sorpresa, ti confesso però che sono molto preoccupato.

 Quando uscirai cosa farai?

Tra me e me penso: “Anche l’altra volta aveva detto di essere sinceramente pentito ed aveva promesso di non ripetere più certi errori. Eppure c’è ricascato”.

Il nostro Pinocchio sarà cresciuto definitivamente o seguirà ancora il cattivo esempio di Lucignolo, del gatto e della volpe?

A mio avviso hai due possibilità.

La prima è un po’ meno probabile, vista la tua età e il tuo curriculum, poco ambiziosa ma più sicura dal punto di vista esistenziale: trovare un lavoro dipendente.

La seconda è più avvincente e percorribile, ma anche più rischiosa: aprire una tua attività.

Purtroppo ho paura che, soprattutto se le cose non dovessero andare subito per il verso giusto, questa soluzione ti possa portare velocemente sulla cattiva strada.

In ogni caso è fondamentale che, quando uscirai, tu riesca subito a fare ciò che io e mio fratello abbiamo fatto anni fa: andare a lavorare.

Solo cosi potrai condurre una vita regolare ed onesta, evitando di rotolare nuovamente giù per la china.

È per questo che ti consiglio di pensarci sin da ora con serenità, ma seriamente.

Questo è quanto avevo da dirti: questo è il mio regalo.

Una raccomandazione: non rispondere a questa lettera, tienila con te e rileggila, rileggila spesso, specie la prima parte, soprattutto nei momenti difficili.

Sarà il tempo a rispondere.

Prima di lasciarti voglio esprimere un desiderio… un desiderio che fino ad oggi non sei riuscito ad esaudire.

Quando uscirai definitivamente sarai di nuovo libero. Per te sarà come rinascere, sarà la tua seconda vita. Fai che io possa essere fiero di questo nuovo Enrico.

Fallo per me, ma soprattutto per te.

Buon compleanno Papà