Violentata e picchiata dallo zio e dal fratello per tre lunghissimi anni. Vittima di questa turpe vicenda avvenuta in un paese della cintura piacentina, è una giovanissima ivoriana, oggi 15enne. Aveva però solo 12 anni quando è iniziato il suo calvario. Solo grazie all'intervento di una psicologa della scuola e alle successive indagini della sezione minori della squadra mobile, è stato possibile arrestare venerdì scorso i due aguzzini. Lo zio, 39 anni, e il fratello solo 21, entrambi rinchiusi in una cella delle Novate con sulle spalle pesantissime accuse. "Una situazione degradante e sconcertante" hanno dichiarato il procuratore capo Salvatore Cappelleri e il piemme Antonio Colonna. Tutto era iniziato nel 2011 da una semplice infatuazione della ragazzina nei confronti dello zio che viveva in famiglia. Da lì le attenzioni dell'uomo sono diventate sempre più morbose fino a trasformare il rapporto in una relazione sessuale. È a quel punto che la giovane avrebbe voluto chiedere aiuto a qualcuno, senza però riuscirci. Quando il fratello ha scoperto quello che accadeva tra le mure domestiche, invece di aiutarla, si è accanita su di lei costringendola a rapporti sessuali sotto le minacce di rivelare tutto a mamma e papà. Genitori spesso assenti: padre che non si era accorto di nulla, madre che forse sapeva ma che preferiva stare zitta. Durante un colloquio della ragazzina con la psicologa della scuola ecco trapelare qualcosa. Da quel momento, dall'inizio dell'anno, sono scattate le indagini della polizia culminate con l'arresto dei due avvenuto venerdì 13 dicembre. Ora la giovane, assistita anche dai servizi sociali, si trova in una comunità. Nel corso della coerenza stampa il procuratore ha lodato l'alta professionalità degli investigatori della sezione minori della Mobile, "sempre attenti a trattare vicende così delicate".