“Decreto Legislativo 178/12 – Riordino della Croce Rossa Italiana – il decreto più scellerato che la nostra classe politica abbia mai prodotto”. Lo sostengono gli operatori della Croce Rossa che questa mattina hanno allestito un sit in per protestare contro un decreto “che con un colpo di spugna cancella 140 di storia intimamente legata alla vita del nostro paese e delle nostre genti”. “Dal 1 gennaio 2014 tutte le sedi presenti sul territorio piacentino saranno privatizzate e lasciando da parte l’aspetto puramente sociale dovranno organizzarsi come vere e proprie aziende dove, appare chiaro, alla chiusura dei bilanci dovranno sottostare alle semplici logiche di mercato – dunque un altro pezzo dello stato sociale che si perde”.
“Con la privatizzazione – spiega Pietro Nigelli del sindacato Usb – rischiamo innanzitutto di perdere il lavoro e non abbiamo garanzie in merito. Secondariamente ci saranno notevoli disagi per la cittadinanza perché verrà azzerato lo stato sociale: vale a dire che servizi come l’ambulatorio infermieristico, il trasporto in ambulanza per le non urgenze, come le dimissioni e le visite, non potranno più essere garantiti. L’unica speranza risiede nel personale volontario che in questo momento scarseggia”.
IL COMUNICATO DEL SINDACATO USB
Cancella componenti storiche come quella del Corpo Militare, trasforma l’Ente da Pubblico ad Associazione Privata con slogan trionfalistici del “Ci allineiamo alle altre Società di Croce Rossa, avremo un salto di qualità (in peggio aggiungo)” Ma ai circa 4.000 dipendenti (civili e militari, a tempo indeterminato e precari) cosa capiterà?. Nonostante le rassicurazioni, del tutto false e fantasiose rilasciate in primis dal presidente nazionale Rocca, il loro destino sarà più che mai tragico e ventilare un loro licenziamento o, indoriamo la pillola, messa in mobilità (grazie Monti e Fornero!) non è certo un parlare per parlare. Ai miei concittadini, al popolo di Piacenza e provincia lasciati pressoché all’oscuro di tutto -parlando con la gente nessuno conosce la realtà dei fatti o la conosce con gravissime lacune – illustro sinteticamente l’aspetto futuro.
Dal 01.01.2014 tutte le sedi presenti sul territorio piacentino saranno privatizzate e lasciando da parte l’aspetto puramente sociale dovranno organizzarsi come vere e proprie aziende dove, appare chiaro, alla chiusura dei bilanci dovranno sottostare alle semplici logiche di mercato – dunque un altro pezzo dello stato sociale che si perde. Attualmente sul nostro territorio sono presenti dipendenti a tempo indeterminato civili – 9 unità – a tempo determinato (precari) civili 10 unità – e militari – 5 unità – per un totale di 24 persone; le loro attività riguardano sia gli aspetti amministrativi – 4 unità – che tecnici – 20 -. La loro presenza garantisce servizi in convenzione e servizi volti alla cittadinanza; nei primi sono collocati il Servizio d’Emergenza/Urgenza in convenzione con il 118 ed il Servizio Trasporto Alunni Diversamente Abili in convenzione con AUSL e Comune di Piacenza; nei secondi la gestione dell’Ambulatorio Infermieristico ed il Servizio Trasporto Infermi coordinato dalla Centrale Unica Trasporti (in comunione con la Pubblica Assistenza Croce Bianca). Già oggi la cronica mancanza di dipendenti richiede una assidua e massiccia presenza di Volontari che vanno ad integrare e coprire le mancanze di personale, le ferie, la malattia e gli infortuni. Da una recente riunione tenutasi presso il Comitato Provinciale C.R.I. di Piacenza presenti i Presidenti Regionale e quello Provinciale è emersa tutta la gravità che possiamo riassumere nella frase pronunciata dai due Presidenti “Chiunque di voi, dipendenti in ruolo, possa attuare una mobilità esterna verso altro Ente la persegua in quanto alla luce dei fatti sarebbe criminale consigliarvi ogni altra scelta”!. O meglio l’altra scelta sarebbe quella di accettare un contratto privatistico con la nuova Associazione, contratto che a tutt’oggi nessuno conosce, che non garantirà pregressi di carriera che, anzi verranno azzerati!.