Venerdì 13 dicembre incroceranno le braccia per otto ore i lavoratori dell’edilizia di tutta Italia. Giornata di sciopero generale, dunque, per il settore che forse più di ogni altro sta accusando il colpo di una crisi iniziata nel 2008 e di fatto ancora in pieno corso. Anche a Piacenza sanno in tanti ad aderire, secondo i sindacati che oggi nella sede della Camera del Lavoro, in via XXIV Maggio, hanno dato appuntamento alla stampa per chiarire le motivazioni della protesta. Erano presenti i segretari territoriali di Fillea Cgil Marco Carini, Filca Cisl, Mario Paolo Carrera e di Feneal Uil Dario Bellocchi. Ci saranno quattro manifestazioni – hanno spiegato – e si svolgeranno in contemporanea a Milano, a Roma, a Napoli e a Palermo. Da Piacenza partiranno due pullman alla volta dei cancelli del cantiere dell’Expo milanese che aprirà i battenti al mondo e dove mercoledì si ritroveranno i lavoratori dell’edilizia, settore particolarmente massacrato da una crisi che ha fatto registrare 600mila posti di lavoro persi e 50mila aziende chiuse. “Si gioca una partita molto importante – ha detto Marco Carini di Fillea Cgil – anche perché dopo un anno di discussioni si sono interrotte le trattative per il rinnovo del contratto che, nonostante tutto, nonostante la crisi profonda, ha un peso molto rilevante e non si può pensare di uscire dalla crisi mettendo in discussione solo i lavoratori e i loro diritti. Oggi si discutono le condizioni con le quali si uscirà da questa crisi e noi vorremmo ritrovarci con aziende sane nelle quali c’è lavoro dignitoso, sicuro e regolare. Rifiutiamo categoricamente, dunque, tutte le scorciatoie che in questo periodo ci vengono sottoposte ai tavoli di trattavita”.
A Piacenza il settore dell’edilizia ha visto una riduzione di due terzi della forza lavoro e la chiusura di 370 imprese.
Non possiamo rilanciare il settore con de-regolamentazioni e scorciatoie, introducendo il lavoro a chiamata nei cantieri: ma si rendono conto cosa vuol dire?” hanno protestato i sindacalisti. “I contratti nel comparto dei laterizi, del cemento e del legno si sono fatti e non si capisce perché nell'edilizia la parte datoriale sia così miope”. Oltre alla protesta, una parte centrale di proposta è stata presentata dai sindacati piacentini ieri: “Il blocco selettivo del patto di stabilità per quelle opere pubbliche strategiche, qui da noi – hanno spiegato Carini, Carrera e Bellocchi – si possono mettere in cantiere interventi per la sicurezza del territorio, per le infrastrutture e per la riqualificazione degli ambienti urbani con ristrutturazioni edili-energetiche dei centri storici”.
“La strategia di Ance e Coop non deve passare e non passerà – hanno concluso i sindacati dando appuntamento ai lavoratori ai cancelli dell'Expo – per questo abbiamo proclamato lo sciopero nazionale dell'edilizia. Per queste ragioni chiediamo a tutti i lavoratori di partecipare in massa allo sciopero e alle manifestazioni”.