Travaglio al Politeama: “La trattativa fra Stato e mafia continua ancora oggi”

Ha riscosso un grande successo di pubblico lo spettacolo di e con Marco Travaglio che, insieme all’attrice piacentina Isabella Ferrari, ha ipnotizzato per tre ore il pubblico del Politeama, parlando di un argomento complesso come la trattativa Stato-mafia.

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Un negoziato "non degno" di un paese civile, come lo stesso Travaglio ha raccontato ai nostri microfoni prima dell’ inizio dello spettacolo:  “in un paese normale – afferma –  lo Stato combatterebbe la mafia, soprattutto quando inizia a mettere le bombe, ma proprio in questo momento lo Stato decide di mettersi d’accordo con la mafia, calando le braghe in cambio della fine delle ostilità”, una resa che ha provocato ferite che ci portiamo ancora dentro e una trattativa che, secondo Travaglio, prosegue fino ai giorni nostri.

“La trattativa continua ancora oggi – afferma il giornalista – tant’è che, qualche giorno fa, il Ministro Alfano ha detto che c’è il rischio che riprendano le stragi ma si è dimenticato di spiegare perché le stragi sono state interrotte 20 anni fa, quando il suo partito andò al governo”.

E’ inevitabile, a neppure 24 ore dalla sua proclamazione, parlare di Renzi nuovo segretario del PD e della sua discussa collocazione politica che per alcuni lo vorrebbe un po’ più a destra della sinistra. Secondo il vicedirettore de Il fatto Quotidiano “non importa se Renzi sia di destra o di sinistra: bisogna capire quello che vuole fare.

Sicuramente – prosegue Travaglio – non avrebbe vinto con quelle proporzioni se la classe dirigente del PD non avesse portato il partito al disastro perdendo elezioni praticamente vinte e poi snaturando se stesso, tornando al governo con Berlusconi, soltanto per correre dietro ai progetti stravaganti di Napolitano che ha ucciso tre o quattro volte il suo partito negli ultimi 5 o 6 anni”.

Il Presidente della Repubblica e il porcellum, il Parlamento e il porcellum: entrambi incostituzionali, secondo la pronuncia della Consulta, ma dei quali non si può fare fare tabula rasa, secondo Travaglio.

“Una sentenza della Corte Costituzionale non può annullare tutto perché ci ritroveremmo senza Parlamento, governo, Presidente della Repubblica e senza legge elettorale.

Tuttavia quella disegnata dopo questa sentenza è la stessa con cui si votava nella prima repubblica e che è stata bocciata nel ’93, con il referendum che chiedeva il maggioritario e che diede vita al mattarellum. Il Parlamento resta in piedi giuridicamente ma moralmente un politico serio dovrebbe porsi il problema di togliere il disturbo al più presto consentendoci di votare con una legge conforme alla Costituzione”.

Travaglio si è detto contento della collaborazione con Isabella Ferrari: l' attrice piacentina aveva già lavorato con lui in "Anestesia totale", secondo lavoro dopo l' esordio teatrale con il monologo "Promemoria, quindici anni di storia italiana". 

La Ferrari ha letto sul palco testi di Pertini, Pasolini, Calamandrei e Gaber, che hanno fatto da contrappunto al racconto crudo, vero e noir della trattativa, fatto da Travaglio.

Si tratta di personaggi della prima repubblica, che hanno scritto di buona politica in un periodo in cui la politica poteva anche voler dire onestà e gli intellettuali aiutavano i cittadini a difendersi dalle bugie e a smascherarle, senza essere cassa di risonanza del potere.