Scena del crimine, a Piacenza un convegno spiega ai soccorritori come muoversi

Nei telefilm americani tutto fila liscio e, puntualmente, i criminali vengono assicurati alla giustizia grazie alle precise indagini che si avvalgono dei più moderni ritrovati tecnologici. La realtà però è ben diversa, soprattutto in Italia. Lo sanno bene gli operatori del 118, medici, infermieri e soccorritori che oggi si sono dati appuntamento presso la sala delle Colonne dell' ospedale di Piacenza per un convegno dal titolo "Il soccorritore 118 sulla scena del crimine", volto a formare gli operatori sanitari che molto spesso sono i primi a intervenire sulla scena di un delitto.

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Naturalmente è prioritario per i soccorritori salvare la vita umana ma nel corso delle loro operazioni possono involontariamente cancellare o alterare prove vitali alle indagini qualora si configuri un fatto criminoso. 

Un piede messo accidentalmente su una pozza di sangue o uno zainetto per il soccorso involontariamente poggiato in punti "strategici" per le indagini, sono i più comuni errori, che possono compromettere il lavoro degli inquirenti. Gli attimi successivi a un fatto delittuoso sono anche quelli più ricchi di indizi per le forze dell' ordine ma nello stesso tempo sono anche i più preziosi per gli operatori del soccorso nel caso in cui debbano salvare la vita di persone coinvolte. 

Gli oltre 200 partecipanti alla giornata formativa di oggi, provenienti da tutta Italia, hanno imparato a entrare e muoversi con maggiore consapevolezza all’ interno di una scena del crimine avvalendosi di una simulazione con tanto di due “vittime” sulle quali si è concentrata l’attenzione degli intervenuti che hanno compreso l’ importanza dei primi momenti successivi a un fatto criminale, visti dalla parte degli inquirenti senza però pregiudicare i soccorsi.

In questi casi la moderna tecnologia alla portata di tutti può servire alla causa: con un comune smartphone, ad esempio, si possono scattare foto che possono essere utili alle indagini e che possono "fermare" la posizione della vittima, magari spostata al fine di prestare soccorso.

La giornata di oggi è stata organizzata dall’associazione piacentina Emercency Room, con il patrocinio dell’ AUSL, del 118, della Croce Rossa e dell’Anpas. I docenti sono stati Cristina Brondoni, giornalista e criminologa, Michele Musiari, medico assistente all’ospedale di Bellinzona e Davide Sorrentino, infermiere del 118 specializzato in infermieristica forense.