Ha dichiarato di aver eseguito i servizi di appostamento che gli venivano impartiti e di non essere mai stato a conoscenza di cessioni di stupefacenti. Questo il senso delle dichiarazioni rese durante l’interrogatorio, davanti al giudice Gianandrea Bussi e al piemme Michela Versini, da Luciano Pellilli, uno dei quattro poliziotti della Narcotici imputati nella maxi-inchiesta sullo spaccio di stupefacenti eseguita in primavera dai carabinieri del Nucleo investigativo. Pellilli con Paolo Bozzini, Paolo Cattivelli e Luca Fornasari – e a differenza del collega Claudio Anastasio – avevano chiesto il rito abbreviato. Gli imputati erano tutti presenti in aula. Nel corso dell’udienza, che si è celebrata a porte chiuse ed è durata fino al tardo pomeriggio, si è proceduto agli interrogatori di Bozzini e Pellilli. Bozzini era assistito dagli avvocati Paolo Venenziani e Stefano Piva che tuttavia, al termine dell’udienza, hanno preferito non rilasciare dichiarazioni. Lo ha fatto invece l’avvocato Stefano Sarchi, difensore di Pellilli insieme con la collega Angela Pennetta: “Il mio assistito ha negato di essere stato a conoscenza di cessioni di stupefacenti e di essersi limitato ad eseguire i servizi di appostamento che erano stati pianificati”. Tesi, questa, che sarebbe stata confermata anche da Bozzini durante il suo interrogatorio. Martedì scorso quest’ultimo era stato ascoltato come teste in sede dibattimentale durante il processo a carico di Anastasio e Corte Eridana. In quell’occasione Bozzini aveva rivelato di aver fatto da tramite per la cessione di quantitativi di cocaina tra il dominicano Mercedes Kelly e Giorgio Cavaciuti, anch’egli accusato di spaccio nell’inchiesta, allo scopo di riuscire a sequestrare quantitativi di stupefacente più ingenti.