Giovedì 5 e venerdì 6 Dicembre al Teatro San Matteo ore 21 va in scena “Alice in Wonderland”, spettacolo in lingua inglese della Compagnia teatrale the Imperfect Speakers
Quando diventiamo adulti, ci insegnano a relegare la fantasia nella stanza dei divertimenti. Eppure la sua seduzione e il rifugio nel sogno ci vengono incontro immediatamente, quando l’esterno corrode la nostra essenza e il reale diventa un fardello di leggi, logiche e imposizioni.
Si viaggia, allora, verso una terra intima, dove le regole sono diverse da quelle del mondo e ciò che il mondo ha impresso perde i contorni del quotidiano per dipingersi dei nostri colori. Preparate le valige: il Paese delle Meraviglie vi aspetta.
E non dimenticate la chiave! Seguendo un coniglio bianco, Alice cade letteralmente in un onirico mondo sotterraneo fatto di paradossi, di assurdità e di insensatezze.
“Che roba! Roba dell'altro mondo! Tutto il mondo, oggi, è roba dell'altro mondo! E pensare che fino a ieri le cose avevano un capo ed una coda! ”
È proprio così che avviene infatti: passando nella vita dall’età della fanciullezza -attraverso l’adolescenza poi – all’età adulta (etimologicamente: età di non crescita ), ci si accorge quindi che il mondo non è come avrebbe potuto e sarebbe dovuto essere….
Le ‘evidenti assurdità’ che vi si manifestano portano a galla le domande della vita e, soggettivamente parlando, i viaggi introspettivi che ne derivano.
L’autore -per mezzo di una fervida poetica, di una conoscenza matematica per la sua professione, poi di un animo deliberatamente non adulto, nonché di una bonaria critica verso la società ed infine di una ottima capacità introspettiva- ci offre e vuole portarci a confronto con ‘la vita’ intesa come grande contenitore di esperienze sia consce che sia inconsce;
Partendo da avvenimenti fantasiosi che di fatto tanto distanti dalla vita percepita non sono, Lewis Carroll la scruta e ce ne introietta il senso nascosto oltre le apparenze, enunciando quindi infine le assurde dinamiche societarie.
Da una comparazione ragionata, messa in luce grazie a tal punto di vista e per mezzo del teatro, si porta a rendere il pubblico ‘rispecchiato’ nell’età propria dell’adolescenza, che è quel momento della vita dove fioriscono completamente le capacità di adattamento, di spinta esistenziale e di cambiamento.
In queste peregrinazioni si sono tuffati gli attori dell'associazione che da più di 20 anni ha scelto l'inglese per declinare testi "sacri" del teatro anglosassone. Cast preparato, molto disinvolto, agile la stesura, serrata la narrazione (efficaci i sopratitoli in italiano ed il rintocco ipnotico delle musiche definite da Cube Division). Abile la regia di Luca Favero e di rilievo le scenografie aggraziate e poetiche, accarezzate da originali giochi di ombre(impegno di Alessandra Sogni, anche Direttore Artistico).