Unieuro, vertice fiume e nessuna risposta. “Salvate l’occupazione”

AGGIORNAMENTO – Alla fine nulla di fatto o quasi. Dopo ore di tavolo di confronto tra le parti, è emerso soltanto che i vertici aziendali di Unieuro, con sindacati e istituzioni, si impegneranno a "salvaguardare una decina di posti di lavoro". Queste le uniche dichiarazioni rilasciate dall'amministratore delegato della Sgm, controllante di Unieuro e Marco Polo Expert, Andrea Scozzoli. Comprensibile lo scoramento dei 200 lavoratori che rischiano il posto, alla fine della giornata odierna, che avevano prima manifestato e poi atteso per l'intera giornata davanti al palazzo della Provincia, molti arrivati anche da Monticello d'Alba, altra sede del gruppo per la quale sono stati previsti esuberi. Tutto rinviato, quindi, al prossimo incontro che si terrà, presumibilmente a Roma, come ha auspicato anche la parlamentare piacentina del Pd, Paola De Micheli. 

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E' in corso nella sede della Provincia di via Mazzini l'ennesimo vertice sulla vertenza Unieuro. Una vicenda che vede protagonisti circa 200 lavoratori a rischio esubero: sono i dipendenti degli uffici piacentini e di Monticello d'Alba in provincia di Cuneo che questa mattina si sono ritrovati davanti alla sede della Provincia per far sentire tutto il loro disappunto e la loro preoccupazione. All'origine della vicenda l'unificazione tra Unieuro e Marcopolo Expert sotto la controllante Sgm: una trasformazione che vedrebbe in qualche modo la concentrazione delle operazioni a Forlì dove i dipendenti piacentini e piemontesi sono stati invitati a trasferirsi. "Ma spostarsi a Forlì non è una passeggiata per noi, abbiamo famiglia, figli, le nostre mogli hanno a loro volta un lavoro. Non è questo il modo per chiudere la questione" spiega Michele Corradi, un lavoratore piacentino.

"Noi vogliamo mantenere il nostro lavoro, o al massimo essere ricollocati in altre aziende. Se Forlì non è la soluzione, non è la strada giusta nemmeno la cassa integrazione perché si tratta di soldi che non provengono da Sgm ma dalle casse dello Stato".

"Non hanno voluto fare una fusione perché questa soluzione avrebbe previsto un confronto tra le professionalità di Piacenza, Forlì e Monticello. Hanno scelto di costituire una holding per poterci licenziare tutti senza fare domande" chiosa Michele. "E invece le domande le vogliamo porre: perché a Piacenza spostano la logistica ma non possono mantenere gli uffici? Visto che gli uffici che sono sopra il magazzino sono vuoti perché non pensano che gli uffici di Piacenza potrebbero essere allo stesso livello di quelli di Forlì? Domande che poniamo noi ma che possono porre anche i lavoratori di Monticello".

"Anche noi saremo licenziati dal 30 aprile 2014 con la possibilità di cassa integrazione e mobilità – spiega Francesca Crivellari lavoratrice degli uffici di Monticello d'Alba – però noi vogliamo solo mantenere il posto di lavoro. Siamo in 60 a rischio esubero e in più abbiamo l'aggravante che rispetto a Piacenza siamo un piccolo paesino dove le possibilità di riciclarci sono molto minori"