Tempi duri per i piacentini, soprattutto per coloro che sono costretti a rivolgersi alla mensa o a servirsi dei pacchi viveri della Caritas. “Senza gli alimenti dell’Agea calerà la disponibilità di donazioni del 40%”. A lanciare l’allarme è il direttore di Caritas, Giuseppe Chiodaroli, che prende atto della chiusura, il 31 dicembre del 2013, del Programma europeo gestito dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura che ogni anno, dal 1987, destinava circa 100 milioni di euro agli enti caritativi italiani per l’acquisto di beni alimentari a favore degli indigenti. Ora dalla legge di Stabilità, per coprire questa mancanza, ne sono stati stanziati solo 5 e grazie ad un emendamento correttivo potranno arrivare, al massimo a 65, con un buco quindi di 35 milioni di euro in meno.
Brutta vigilia per la Colletta alimentare, prevista per sabato anche a Piacenza, che rischia di rappresentare una goccia nel mare del bisogno. Riso, pasta, latte, formaggi, legumi, farina, biscotti per l’infanzia, polpa di pomodoro, l’olio di semi, fette biscottate e molto altro. Sono gli alimenti che verranno a mancare alle strutture dell’associazione caritatevole piacentina, come nel resto d’Italia, che solitamente vengono utilizzati nelle mense o per la distribuzione delle buste per le famiglie bisognose. E non sarà colpa della Chiesa, che invece ha incentivato i progetti 8xmille destinati a questo tipo di interventi.
“Nelle ultime settimane Caritas, Croce Rossa, Banco Alimentare, Comunità di Sant’Egidio stanno dialogando per trovare una soluzione con il governo ma, invece di 100 milioni di fondi comunitari, l’alternativa è di 5 milioni dalla legge di stabilità. Una cifra modesta – ha commentato con rammarico il direttore Giuseppe Chiodaroli -. Questo vorrà dire un 40% in meno di pasti e borse viveri erogati”. Sì, perché a fronte di questa mazzata, le richieste non sono certo in diminuzione: dal 2011 al 2012 sono salite del 34,5%.
Le parrocchie e gli enti caritativi italiani sono in stato d’allerta dal 21 ottobre 2013, quando è arrivata la nota informativa dell’Agea, organismo pagatore dell’Unione europea, che avvisava della cessazione della distribuzione di aiuti alimentari agli indigenti a partire dal 2014. Caritas italiana ha subito inviato, nei giorni successivi, una circolare alle Caritas diocesana per chiarire la situazione. A Piacenza, per esempio, se il 40% arrivava dall’Agea, il resto era a disposizione grazie alle campagne di solidarietà, le offerte di privati e le collette nei supermercati. Ma dai primi giorni del 2014 non basteranno.