Uno dei testi più sconvolgenti e meno frequentati di Pinter. Un maestro indiscusso della scena contemporanea come Peter Stein. Un meraviglioso cast di attori tutti all’altezza dei loro ruoli.
Un appuntamento da non perdere al Teatro Municipale di Piacenza, indubbiamente, quello con “Il ritorno a casa”, in scena martedì 3 e mercoledì 4 dicembre 2013 alle ore 21 per la Stagione di Prosa “Tre per Te” organizzata da Teatro Gioco Vita, direzione artistica di Diego Maj, con la Fondazione Teatri, il Comune di Piacenza – Assessorato alla Cultura e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, Cariparma, Iren.
Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Metastasio di Prato, ha debuttato la scorsa estate nell’ambito del 56esimo Festival di Spoleto riscuotendo unanime consenso di pubblico e critica e vede in scena, diretti da Peter Stein, Paolo Graziosi, Alessandro Averone, Elia Schilton, Rosario Lisma, Andrea Nicolini, Arianna Scommegna. Il testo di Harold Pinter è tradotto da Alessandra Serra. All’allestimento hanno lavorato anche Ferdinand Woegerbauer (scenografia), Anna Maria Heinreich (costumi), Roberto Innocenti (luci) e Carlo Bellamio (assistente alla regia).
“Il ritorno a casa” è un testo del ‘65 che parla della carenza d’amore attraverso personaggi sgradevoli, duri e crudeli, enucleata nello scontro uomo-donna e nella più pericolosa conflittualità maschile. Nelle motivazioni con cui al drammaturgo inglese è stato assegnato il premio Nobel 2005 per la letteratura si legge, tra le altre cose, che l’autore «nelle sue commedie scopre il baratro che sta sotto le chiacchiere di tutti i giorni e spinge ad entrare nelle stanze chiuse dell’oppressione». Le «stanze chiuse» ne “Il ritorno a casa” sono quelle della famiglia.
Ruth (Arianna Scommegna) è la moglie di Teddy (Andrea Nicolini), che insegna filosofia in un'università americana e che decide di tornare a Londra per far visita alla sua famiglia. Dopo la morte della madre, in casa abitano il violento e bisbetico padre Max (Paolo Graziosi), i fratelli Lenny (Alessandro Averone), che si scoprirà essere un magnaccia, e Joey (Rosario Lisma), un boxeur semiritardato, e lo zio Sam (Elia Schilton), unica presenza dall’indole mansueta. La presenza di Ruth in quella dimora abitata solo da uomini modifica i rapporti all’interno della famiglia e fa detonare le perversioni e le pulsioni di dominio annidate nel nucleo familiare.
«Sin da quando ho visto la prima londinese, quasi 50 anni fa, – spiega il regista Peter Stein – ho desiderato mettere in scena “Il ritorno a casa”. È forse il lavoro più cupo di Pinter, che tratta dei profondi pericoli insiti nelle relazioni umane e soprattutto nel rapporto precario tra i sessi. La giungla nella quale si combatte è, naturalmente, la famiglia. I comportamenti formali, più o meno stabili si tramutano in aggressività fatale e violenza sessuale quando uno dei fratelli con la sua nuova moglie ritorna dall'America. Tutte le ossessioni sessuali maschili in questa famiglia di serpenti si proiettano sull’unica donna presente. Nelle fantasie degli uomini, e nel loro comportamento, viene trasformata in puttana e non le rimane che la possibilità della vendetta, assumendo quel ruolo e soddisfacendo la loro bramosia più del previsto. Come sempre nei finali di Pinter tutto rimane aperto. È un lavoro esclusivamente per attori. L’iniziativa di questo allestimento è partita dai membri del cast de “I Demoni” che era abituato ad un lavoro di stretta interazione…»