I problemi del sistema carcerario piacentino, d’ora in poi, avranno uno sbocco sul web. Lo ha annunciato, tramite Facebook, il garante dei detenuti Alberto Gromi: “Avverto tutti gli amici che sono interessati ai problemi del sistema carcerario italiano e più in particolare alla vita della Casa Circondariale di Piacenza che è stato avviato un blog su WordPress e, su Facebook, potete diventare amici di ‘Porta Galera che è la voce del Garante dei detenuti della Casa Circondariale di Piacenza”.
Perché questo nome, Porta Galera? Lo ha spiegato lo stesso professor Gromi nella presentazione del blog, che da oggi è online: “Abito a Piacenza, in Via Roma. Quando si è trattato di trovare un nome per il blog (che è la voce del Garante dei detenuti per il comune di Piacenza) non ho potuto non ricordare che a Piacenza del carcere si è sempre parlato come della ‘galera’ e che via Roma è ai confini di un quartiere che viene ricordato come Porta Galera.
Per spiegare le origini di questo nome utilizzo qualche passaggio di una introduzione di F. F. al volume Porta Galera – Vita del quartiere piacentino di Sant’Anna nei ricordi di Milietto e dei suoi amici, pubblicato nel 2002 in seguito al prezioso lavoro del dottor Emilio Libé, carissimo amico e infaticabile operatore culturale: ‘Scrive Giuseppe Nasalli Rocca nel 1909 nel suo Per le vie di Piacenza a pagina 352: ‘Dei ladroni dicevasi di una porta che chiudeva la città presso all’ospedale di Santa Maria di Betlemme. […] Il nome de’ ladroni pare lo prendesse da una torre o carcere destinata ai ladri. […] Quindi la galera di cui si parla risalirebbe alle mura medioevali’.
Cercherò di offrire alla pubblica opinione qualche spaccato della vita nella Casa Circondariale di Piacenza, ma affronterò anche alcuni dei problemi generali che affliggono le carceri italiane che, ricordiamolo, sono sottoposte al vaglio della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU); la CEDU ha dato all’Italia un anno di tempo, a partire dal maggio 2013, per apportare al sistema carcerario italiano modifiche strutturali che consentano di portarlo ad un livello di civiltà”.