“Quel poliziotto mi garantì che il trans avrebbe pagato l’affitto”

Seconda udienza e primi testi al processo a carico del poliziotto della Mobile Claudio Anastasio e degli imputati Cortez Eridana e Boris Angelosky, tutti coinvolti a vario titolo nella maxi inchiesta di droga portata avanti dai carabinieri del Nucleo Investigativo. Davanti al collegio presieduto da Italo Ghitti (giudici a latere Elena Stoppini e Maurizio Boselli) per la prima volta è uscito il nome di uno dei poliziotti inquisiti, il collega della Mobile Paolo Bozzini. A farlo in aula un piacentino che, rispondendo alle domande del piemme Michela Versini, ha spiegato di aver ricevuto, in via indiretta, dallo stesso poliziotto rassicurazioni circa l’affidabilità per il pagamento dell’affitto di un transessuale brasiliano cui aveva locato un appartamento in via Borghetto. “Bozzini mi ha garantito che non avrei avuto alcun problema ad affittare a questa persona l’abitazione, che avrebbe pagato senza problemi” ha detto il teste. Prima di lui era stato ascoltato un carrozziere piacentino che fu arrestato per spaccio dai carabinieri il 6 ottobre 2012, dopo essere stato sorpreso ad acquistare 95 grammi di cocaina al prezzo di 5mila euro dalla Cortez, oggi in prigione alle Novate. Più marginale la testimonianza di un impresario edile piacentino che aveva assunto Angelosky. Il processo entrerà decisamente nel vivo nell’udienza del 3 dicembre alle 9 quando sono stati chiamati a testimoniare lo stesso Bozzini, l’altro imputato Giorgio Cavaciuti e il maresciallo dei carabinieri Mirco Gatti. Sempre nel corso dell’udienza è stato affidato al perito modenese Angelo Musella il compito di trascrivere le intercettazioni telefoniche.

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