Animalisti contro la caccia alla volpe, raccolte 11mila firme. Piano sospeso

AGGIORNAMENTO – Il Piano tanto osteggiato dagli animalisti è stato sospeso dalla Provincia. Non per questioni di merito, ci tiene a precisare l’amministrazione di via Garibaldi, ma per questioni formali legate alla completezza del parere dell’Ispra, l’istituto per la protezione e la ricerca ambientale, visto che lo stesso piano è stato oggetto di ricorso al Tar a Reggio Emilia e lì la Provincia ha perso il ricorso. In attesa di chiarimenti, dunque, piano sospeso. 

Radio Sound

Il provvedimento, lo si evidenzia in una nota ufficiale, non mette in discussione i contenuti del Piano stesso ma prende atto della sentenza del Tar di Parma che ha sancito la soccombenza dell'Amministrazione provinciale di Reggio Emilia rilevando – nel provvedimento di approvazione del Piano della Provincia di Reggio Emilia – un difetto di motivazione, in quanto il correlato parere dell'Ispra non precisava le verifiche effettuate in ordine all'inefficacia dei metodi ecologici di limitazione della specie, presupposto necessario per l'adozione del Piano stesso.

Alla luce di tale sentenza e tenuto conto del parere reso dall'Ispra in ordine al proprio provvedimento, l'Amministrazione provinciale di corso Garibaldi ha deciso di annullare l'atto, con l'obiettivo di riapprovare il Piano una volta acquisite dallo stesso Istituto le già richieste precisazioni. 


Il coordinamento delle associazioni animaliste da qualche tempo sta portando avanti una raccolta firme in via XX Settembre per dire no al piano di abbattimento delle volpi. Per questo, nel pomeriggio, ha tenuto un sit-in davanti alla Provincia di Piacenza alle 17 per consegnare all’assessore Manuel Ghilardelli le firme raccolte, finora oltre 11mila e 500. La richiesta degli animalisti è chiara: “Fermare il piano di abbattimento quinquennale e revocare l'assurda decisione di uccidere le volpi” ha spiegato all’assessore il presidente provinciale di Legambiente, Laura Chiappa. Ghilardelli, che si è presentato per ricevere il faldone contenente le sottoscrizioni ha commentato positivamente: "Esercizio di demcorazia del quale terremo conto. Le decisioni, comunque, non si prendono in piazza ma nelle sedi opportune, però siamo pronti al dialogo". 

Le ragioni degli animalisti: “A fronte di una sempre più diffusa  sensibilità ed attenzione alla tutela ed al benessere animale , non possono più essere accettati  piani di abbattimento di questo tipo che diventano ,di fatto, un modo per prolungare tutto l'anno la stagione venatoria  ed eliminare animali considerati "fastidiosi competitori " dal mondo venatorio. Tra le varie forme di abbattimento previste, ne sono state autorizzate due particolarmente cruente e crudeli nei confronti degli animali. La prima è la pratica della caccia in tana che si svolge facendo entrare cani addestrati nelle tane per far uscire le volpi e poterle uccidere. È stata autorizzata anche nei periodi di nascita e svezzamento dei cuccioli che vengono quindi morsicati dai cani, uccisi e trascinati fuori dalle tane,mentre le madri sono uccise a fucilate. L'altra è la cattura con le trappole a cassetta, piccole gabbie che imprigionano l'animale e che dovrebbero essere controllate due volte al giorno per ucciderlo,senza lasciarlo a lungo chiuso, ma che in realtà rischiano di diventare veri calvari di sofferenza, se non controllate correttamente, con morte lenta per sete e fame . La speranza è quella che la Giunta prenda atto della volontà dei firmatari  e, comprendendo l'assurdità del piano, torni sui suoi passi, revocando la delibera”.