I disservizi di Poste Italiane bloccano la corrispondenza anche a Piacenza. Come in tutto il nord Italia, la nostra città subisce numerose problematiche: il cambio di gestione nei Centri di meccanizzazione, gli appalti esterni, i tagli sui posti di lavoro e il sovraccarico di consegne per i postini costretti a percorrere persino 150 chilometri al giorno solo nella nostra provincia. Contro questa situazione, i dipendenti delle cooperative degli appalti postali sono entrati in sciopero e così ora il servizio è completamente fermo anche a Piacenza, che da qualche tempo non riceve più la posta da Bologna ma da Milano. Come ha confermato Mattea Cambria della Cgil: “E’ cambiato l’appalto del centro di smistamento con una riduzione di personale vertiginosa. La ripercussioneè stata lo sciopero e quando avviene non arriva nulla in città e provincia e quindi c’è un blocco totale. Poi, magari, il giorno dopo arriva doppia e il postino non riesce a distribuirla tutta”.
Non è solo questione di appalti, comunque, ma anche di condizioni lavorative: “Il trattamento dei lavoratori è inaccettabile. Sono in servizio 6 ore e ne vengono pagati 3. Per esempio, vanno a caricare a Ferriere, aspettano 3 ore e quelle non vengono pagate. Vengono retribuiti solo in base al tragitto sulla carta. Però sono part-time e isolati, uno a Ferriere, uno a Bobbio e fanno fatica a farsi sentire o a cambiare attività”. Per la sindacalista, che ha incontrato i dipendenti di Poste Italiane la scorsa settimana, “è la scarsità di personale la causa maggiore di disservizi. Devono coprire zone vastissime, tanto che percorrono anche 150 km al giorno per le consegne. Sono pochi e molto spesso devono sostituire i colleghi mancanti. Già questo è un disservizio. Se ci aggiungiamo la carenza di personale agli sportelli, che crea le lunghe code che conosciamo tutti, la situazione è inaccettabile”.
Soltanto a Roma Fiumicino (fonte Fiom) stazionano 200 tonnellate di posta in giacenza: secondo il sindacato siamo a 1.200 tonnellate in tutta Italia.
Maria Lucia Girometta, direttore provinciale di Poste Italiane, ha chiarito che “la razionalizzazione del comparto è dovuta al calo di spedizioni di lettere e raccomandante. Con le mail e la posta certificata, ormai, se ne distribuiscono ben poche. La maggior parte di quello che si distribuisce sono giornali”. E sui possibili accumuli di posta non arrivata a destinazione, ha voluto sottolineare come “può essere che il porta lettere che ha fatto sciopero non sia riuscito a distribuire tutta la corrispondenza. Ma al massimo è di un giorno essendo stato venerdì, lo sciopero, e il sabato e la domenica non lavorano”.