Si attesta intorno al 70% l’adesione allo sciopero generale proclamato da Cgil, Cisl e Uil per protestare contro la legge di Stabilità e per chiedere di modificarla. I settori che hanno incrociato le braccia in maniera più massiccia anche a Piacenza sono stati quelli legati al mondo industriale, metalmeccanici in primis, ma anche il pubblico impiego e la scuola. All’affollato incontro in Sant’Ilario, oltre ai rappresentanti delle sigle sindacali, c’erano anche gli assessori Pierangelo Romersi (Comune), Andrea Paparo (Provincia) e la parlamentare Paola De Micheli. “Il sindacato – ha detto il segretario provinciale della Cgil Paolo Lanna – chiede modifiche e azioni orientate al pragmatismo. Noi siamo più consapevoli di tutti delle difficoltà di questa crisi e non abbiamo alcun ragionevole motivo per ritenere che la ripresa sia dietro l’angolo”. Nell’assemblea alcuni dei lavoratori delle aziende piacentine in questo momento piegate dalla crisi, come Unieuro e Corradini, ma anche i rappresentanti sindacali delle forze dell’ordine, costrette a fare i conti con carenze d’organico in un momento in cui i reati aumentano.
“Non servono 3mila emendamenti come oggi si stanno discutendo in Parlamento – ha detto Lanna, con al fianco Marina Molinari (Cisl) e Massimiliano Borotti (Uil) – ma 10 chiari e pesanti. Non si può galleggiare. Il sindacato ha fatto le sue proposte”. Tre i filoni: rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, rilancio dei consumi interni attraverso detrazione per le famiglie e riduzione del costo del lavoro per lavoratori e imprese.