Mentre a Bologna si discute e si cerca un accordo, sull’ospedale di Fiorenzuola escono nuove perizie che mettono in dubbio il lavoro svolto dai tecnici della Regione e dell’Asl. A redigerla, l’ingegnere Gianni Mezzadri, piacentino non legato al comitato di salvaguardia della struttura ma che, in via personale, ha deciso di prendere in mano le carte ed analizzarle in modo professionale. “Per quanto riguarda la parte tecnica, si posso affermare che la perizia fatta dai tecnici toscani, che sostenevano che l'edificio era a pericolo crollo, è piena di errori oggettivi e valutazioni sbagliate come ad esempio le dimensioni dell'edificio, lo schema strutturale, il numero dei ferri nei pilastri, le prove di carotaggio insufficienti” ha detto Mezzadri. Inoltre, secondo il libero professionista piacentino, “sono state introdotte numerose ipotesi peggiorative che falsano il risultato reale. Viste le enormi conseguenze delle conclusioni (sgombero con spostamento di 300 persone, milioni di euro di lavori) una maggiore attenzione e precisione sarebbe stata d'obbligo”. Un lavoro, il suo, che non è limitato alla verifica dei documenti dei tecnici di Regione e Asl ma che li ha comparati a quelli redatti dagli esperti del comitato “Fiorenzuola: non chiudiamo l'ospedale”: “Posso dire che è stato svolto molto bene (nonostante numerose difficoltà a reperire informazioni), con una modellizzazione della struttura ben fatta e una campionatura dei materiali molto più precisa (circa 30 prelievi contro i 4 precedenti). Inoltre tutte le simulazioni con i vari metodi di calcolo portano sostanzialmente a un risultato opposto: struttura verificata e non a rischio crollo”.
Ed è poi arrivato a delle conclusioni, che risultano essere positive per la struttura ospedaliera della Valdarda: “Non ci sarebbe bisogno di spostare 300 persone a Piacenza, l'ospedale rimarrebbe completamente in funzione con un vantaggio per tutta la Val d'Arda (senza sovraccaricare Piacenza) e non ci sarebbe lo spreco degli svariati milioni di euro previsti per gli interventi, a questo punto inutili, di trasferimento dei reparti e del consolidamento della struttura”.
IL DIBATTITO – Nel frattempo si è discusso della questione in assemblea regionale, dove il consigliere del Pdl, Andrea Pollastri aveva presentato una interrogazione sulla organizzazione territoriale dei servizi ospedalieri e in particolare sul presidio della Valdarda. Interrogazione che ha avuto risposta dall’assessore alla Salute, Carlo Lusenti il quale ha fatto capire che i lavori di sistemazione del vecchio padiglione non sono stati archiviati, ma anzi ci saranno, dureranno due anni, alla fine dei quali torneranno i vari servizi e reparti e alcuni di essi saranno riqualificati.
In serata, poi, è prevista la riunione tra sindaci dell'ufficio di presidenza del Distretto e tecnici da loro incaricati per illustrare le risultanze dell'integrazione della perizia tecnica su vulnerabilità sismica e tenuta statica dell'edificio ospedaliero che Ausl e Regione intenderebbero ristrutturare, investendo oltre 10 milioni di euro e impiegando 24 mesi di cantiere.