Mentre si cerca di arrivare anche nelle zone più disastrate, a quattro giorni dal violento scatenarsi del tifone Haiyan, nelle Filippine si stanno organizzando i soccorsi. Secondo fonti Caritas, decine di migliaia sono i morti, i feriti e i dispersi, con numeri probabilmente molto superiori alle stime attuali, che parlano di circa 1800 vittime e 2500 feriti, soprattutto in considerazione che molte delle zone colpite non sono ancora del tutto isolate. Il disastro ha le dimensioni di “un’emergenza umanitaria di massa”, di altissimo livello per devastazione e complessità, vista l’alta densità della popolazione e la vastità del territorio colpito.
La regione centrale delle Filippine, il gruppo di grandi isole “Visayas”, già colpita un mese fa da un grave terremoto di magnitudine 7.2 nell’isola di Bohol, è storicamente quella più a rischio sia dal punto di vista della vulnerabilità alle frequenti tempeste tropicali, sia per la scarsa qualità delle abitazioni. Il devastante tifone Haiyan ha colpito proprio le isole più povere del gruppo delle Visayas, quelle meno raggiungibili anche logisticamente, Samar in particolare e Leyte. Più di 4 milioni di persone avrebbero perso tutto, dovendo abbandonare le proprie case distrutte e rifugiandosi in ripari di fortuna. Oltre ai drammi vissuti dalla popolazione, i danni alle infrastrutture sarebbero incalcolabili: numerose frane hanno, infatti, distrutto linee elettriche e strade, manca l’acqua potabile in numerose provincie, le comunicazioni sono completamente interrotte in ampie porzioni di territorio.
Josephine Ignacio, coordinatrice dei programmi d’emergenza della Caritas Filippine–National Secretariat for Social Action (Nassa) ha riferito che l’azione della Chiesa filippina in questo momento è quella di prendere contatto con le diocesi vicine al luogo del disastro per chiedere aiuto, soprattutto rifornirsi di cibo per la popolazione della provincia di Leyte. Si sta cercando di raccogliere 15 milioni di dollari, come donazione iniziale, per le 11 diocesi nelle quali si sono rilevati i danni più ingenti. Migliaia di persone sono ospitate presso Istituti, Parrocchie e strutture Caritas: hanno perso tutto. C’è l’impegno a fornire loro riso, ma soprattutto cibo pronto, perché tutte le attrezzature sono andate perdute. E hanno bisogno anche di acqua, il rischio ora è infatti quello delle epidemie: ci sono state esondazioni, alluvioni e frane che hanno permesso alle acque bianche di mischiarsi con le nere e questo, in un tessuto già fortemente vulnerabile dal punto di vista della salute e dell’igiene: soprattutto riguardo ai minori, che mancano dell’accortezza di distinguere la qualità delle acque.
In supporto all’azione di Caritas Internationalis e di Caritas Filippine, Caritas Italiana ha immediatamente stanziato 100.000 euro e la Presidenza della CEI ha devoluto 3 milioni di euro dai fondi derivanti dall’otto per mille, da destinarsi alla prima emergenza.
Sua Eccellenza il Vescovo di Piacenza-Bobbio Mons. Gianni Ambrosio ha istituito in tutta la diocesi per domenica prossima, 17 novembre, una colletta straordinaria a favore delle popolazioni filippina colpita da questa immane tragedia.
Quanto raccolto verrà destinato, attraverso la Caritas diocesana, a supporto delle azioni di soccorso e nella successiva fase di ricostruzione e affiancamento.
Per sostenere gli interventi a favore della popolazione filippina si possono anche utilizzare le seguenti modalità:
• versamento diretto presso i nostri uffici in Via Giordani, 21 a Piacenza dalle ore 9 alle 12 dal lunedì al venerdì
• C/C bancario tramite Banca di Piacenza intestato a Fondazione Caritas Diocesana (causale “EMERGENZA FILIPPINE”)
Iban: IT61 A 05156 12600 CC0000032157