"L'abusivismo nel commercio ha assunto dimensioni tali da diventare destabilizzante per l'economia italiana. Si parla di un fenomeno in grado di muovere introiti annuali intorno ai 17 miliardi di euro, guadagni sottratti al commercio onesto". E' ciò che emerge dai dati presentati da Camera di Commercio e Unione Commercianti in occasione della Giornata Nazionale della Legalità. Ma l'abusivismo non è il solo problema che attanaglia il settore del commercio: pagamenti in nero da parte di chi esercita senza i requisiti, contraffazione, frodi, sofisticazioni, pirateria. Un abisso di irregolarità che contribuisce ad aggravare una situazione già resa difficile dalla crisi economica. Da un'indagine Format promossa da Confcommercio emerge che oltre il 50% dei consumatori acquista prodotti contraffatti per motivi economici: "Ormai l'illegalità pare essere diventata una forma normale di commercio" chiosa il presidente di Unione Commercianti Alfredo Parietti. Il settore maggiormente intaccato dall'abusivismo risulta essere quello dell'abbigliamento: gli abiti rappresentano il 41,2% delle merci contraffatte vendute. Seguono i prodotti alimentari con il 28,1%, l'ottica con il 27,6% e la pelletteria con il 26, 9%. Fortemente colpiti anche il settore farmaceutico, elettronica ed elettrodomestici, quello dello spettacolo e del turismo a causa dell'acquisto di biglietti per spettacoli o titoli di viaggio pirata.
Alla base di questa escalation l'impoverimento dei cittadini e la necessità di risparmiare: sempre secondo l'indagine Format, il 55,3% dei cittadini ritiene normale e utile acquistare prodotti contraffatti. Da qui l'invito dei commercianti ai sindaci della Provincia e agli organi di vigilanza ad effettuare una maggiore difesa della legalità e della trasparenza attraverso controlli più serrati.
Nel mirino dei commercianti anche feste di partito, circoli sportivi e culturali e sagre. "Iniziative per le quali gli organizzatori non pagano regolarmente Iva, imposta sugli intrattenimenti, tributi locali e imposte dirette sulle entrate dei bar, ristoranti e locali da ballo, sottraendo alla collettività miliardi di euro. E' ora di finirla con questa concorrenza sleale e con privilegi ingiustificati" spiega Cristian Lertora della FIPE.