Banconote che da un dollaro si trasformavano magicamente in bigliettoni da 100. Quasi impossibile accorgersi della contraffazione tanto che anche l’Interpol non aveva mai avuto a che fare finora con un così alto livello di contraffazione. Da febbraio ad oggi i carabinieri stimano che siano stati immessi nel circuito monetario italiano quasi 200mila dollari falsi in banconote da 100. Un sodalizio che dalla Nigeria, dove presumibilmente aveva sede la stamperia, si ramificava poi nel nord Italia grazie a un intermediario nigeriano residente a Mantova, finito in gattabuia. Con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla spendita di banconote contraffatte (con l’aggravante della trans nazionalità) sono finite in manette 19 persone: di queste 6 stranieri (due nigeriani, un eritreo, un albanese, un cittadino dello Sri Lanka e uno svizzero) e 13 italiani, di cui 8 piacentini, tra cui operai, professionisti, piccoli imprenditori e commercianti. Già, piacentini. Perché l’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo, che non ha precedenti nel panorama del contrasto alla contraffazione di denaro, è partita nel febbraio scorso proprio da Piacenza. Dal deposito di una somma di 7mila dollari fatta in due banche distinte da parte di un commercialista piacentino, poi anch’egli arrestato. Sulle prime nulla. I soldi finivano sul suo conto corrente convertiti in euro. Ma poi al centro raccolta di un istituto di credito si sono accorti della contraffazione. Da qui i militari dell’Arma, coordinati dal piemme Emilio Pisante, hanno proceduto a ritroso scoprendo come i dollari falsi arrivavano in Italia. Il denaro arrivava ai corrieri in plichi, talvolta ben nascosto in finte copertine di cd di musica nigeriana, in somme variabili dai 7 ai 10mila euro. In alcuni casi gli investigatori sono stati abili a sequestrare alcune somme. Anche per le banche era difficilissimo accorgersi dei falsi, il che avveniva spesso solo al centro raccolta, quando ormai i quattrini erano finiti sui conti correnti già convertiti in euro. La tecnica era quella dello sbiancamento di banconote da un euro vere e della ristampa con il taglio da 100. Tecnica possibile anche perché il dollaro viene stampato su una speciale carta di cotone. Una volta arrivato in Italia il denaro giungeva al nordafricano residente a Mantova che via via organizzava gli smistamenti. Ora quell’organizzazione è stata smantellata, ma le indagini proseguono.
IL COMUNICATO DEI CARABINIERI
Nei giorni scorsi è scattata l’operazione “e unum pluribus” condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Piacenza, che ha sgominato un’associazione a delinquere tesa all’introduzione e spendita nello Stato italiano di banconote da 100 dollari statunitensi contraffatti che operava tra Africa, Spagna, Svizzera e Italia, utilizzando un procedimento di “sbiancamento” e “riscrittura” di cartamoneta originale ma con valore nominale inferiore.
Operazione che ha visto il suo culmine all'alba di ieri, mercoledì 06 novembre, nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Milano, Como e Mantova, con il Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Piacenza che ha iniziato ad eseguire l’ordinanza del gip di Piacenza che, su richiesta del pm Emilio Pisante, ha disposto la custodia cautelare in carcere di 19 persone, cittadini italiani e stranieri, con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'introduzione nello Stato e spendita di banconote falsificate.
Le indagini avviate nel marzo 2013 dal citato Nucleo Investigativo, coordinate per l'appunto dal pm Pisante della Procura della Repubblica di Piacenza, hanno messo in luce l’esistenza di un sodalizio criminale dedito all’importazione dalla Nigeria, ove avviene la produzione, di banconote false da 100 dollari americani realizzate con la cartamoneta originale di un dollaro poi “sbiancata”, recapitata nel nostro Paese in plichi, occultati in oggetti di uso comune (medicinali di erboristeria, riviste, custodie per cd) spediti tramite ignare società internazionali di spedizione e quindi immesse nel circuito economico.
La metodologia di contraffazione fino ad oggi non era mai stata censita a livello internazionale, suscitando il diretto interessamento delle preposte autorità statunitensi.
Il nome dell’operazione “E UNUM PLURIBUS” (da uno, molti), è la riedizione, volutamente errata, del noto motto statunitense “E PLURIBUS UNUM” (da molti, uno); questa definizione è stata tratta dal romanzo “Zona pericolosa”, del 1997, ove lo scrittore britannico di thriller Lee Child, ipotizzava il ricorso alla particolare tecnica che il sodalizio criminale ha realizzato ottenendo dalle banconote da $1 genuine, banconote da $ 100 abilmente falsificate.
In procura oggi è prevista una conferenza stampa in cui saranno forniti maggiori dettagli.