“Le fiaccole che per una sera hanno illuminato strada Caorsana non sono solo un simbolo di speranza, o l’emblema dell’opera della Comunità Giovanni XXIII nel portare avanti il cammino tracciato da don Oreste Benzi. Credo – sottolinea il sindaco Paolo Dosi – che abbiano rappresentato anche la necessità di non distogliere lo sguardo dall’umiliazione, dalla violenza fisica e psicologica, dalla violazione della dignità delle persone costrette a vendersi come merce da acquistare su uno scaffale”.
“Nelle ultime settimane, come hanno registrato anche i media locali – prosegue il sindaco – l’Amministrazione comunale ha ricevuto le segnalazioni di cittadini che osservano il diffondersi del fenomeno della prostituzione nei pressi delle loro case, in aree densamente abitate e sempre più interne al perimetro urbano. Come ho ribadito di recente, comprendiamo bene il disagio dei residenti e le loro richieste, legittime, di allontanare le presenze che disturbano e comportano frequentazioni pericolose, confinandole nelle zone dell’estrema periferia. Tuttavia, fermo restando l’impegno della Polizia Municipale, in collaborazione con le altre Forze dell’ordine, nel garantire il rispetto della sicurezza e nel contrastare il degrado, ritengo sia importante rimarcare che non può essere sufficiente, né nell’ottica di un’istituzione pubblica, né dal punto di vista umano, rendere il problema meno evidente per considerarlo risolto”.
Spiega il primo cittadino: “Occorre agire su più fronti. Da una parte, c’è l’urgenza di tutelare chi, quotidianamente, vede offesa la propria sensibilità e il decoro del luogo in cui vive; dall’altra, dobbiamo tenere conto dell’emergenza di uno sfruttamento che, in un Paese civile, non può essere subito passivamente o accettato con indifferenza. Da tempo, con il sostegno del Ministero delle Pari Opportunità e della Regione Emilia Romagna, che finanziano quasi interamente l’iniziativa, anche a Piacenza il Comune porta avanti il progetto Oltre la Strada, che ogni anno ci permette di aiutare una trentina di persone a liberarsi dal vincolo soffocante della tratta, di questa vera e propria schiavitù contemporanea. Grazie al lavoro congiunto con le Forze dell’ordine, l’Ausl, il privato sociale e con la rete delle accoglienze, l’assessorato al Nuovo Welfare può strutturare percorsi di protezione sociale a favore di persone che intendono uscire dalla situazione di sfruttamento e tratta, per accompagnarle in un percorso di progressiva conquista dell’autonomia e di integrazione nella società. A cominciare da una tappa fondamentale e altrettanto difficile: ritornare ad avere fiducia in sé stessi e nella possibilità di avere una scelta ed un’opportunità di vita diversa, più giusta e rispettosa del valore della propria persona.”.
A ciò si aggiunge il progetto “Riduzione del danno”, cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna, la cui realizzazione è affidata all’associazione Lila, che coordinata dagli uffici comunali effettua interventi di promozione della salute e predispone accompagnamenti presso i servizi socio-sanitari a favore delle persone che si prostituiscono, raggiungendole con l’unità mobile comunale direttamente sulle strade interessate dal fenomeno. Una presenza cui oggi va a sommarsi, in modo integrato anche sulla base dei contatti presi con l’assessorato al Nuovo Welfare, quella della Comunità Giovanni XXIII.
“Ecco – chiosa il sindaco – penso sia doveroso inquadrare la questione in tutti i suoi aspetti, proprio perché limitarsi a nascondere il problema non significa eliminarlo: è lo sfruttamento della prostituzione, il primo e più grave reato da combattere. Diviene più che mai necessario, allora, che gli enti locali siano supportati non solo in termini di risorse, fondamentali per poter presidiare il territorio, ma anche sotto il profilo degli strumenti normativi. Certo, i contenuti dell’ordinanza sindacale che sanzionava i clienti colti in flagranza sono stati recepiti dal nostro Regolamento di Polizia urbana, ma mancano, a monte, controlli più efficaci e mirati. Basti pensare alla correlazione con i flussi migratori, al fenomeno crescente di giovani donne che arrivano in Italia da Paesi stranieri con visti turistici, manovrate in realtà da organizzazioni criminali che, alla scadenza del permesso di soggiorno, sono pronte a sostituirle con altre ragazze ai bordi di quelle stesse strade sulle quali vorremmo stendere un drappo oscurante”.
“Come sindaco – conclude Dosi – ho voluto partecipare alla fiaccolata dell’altra sera anche per dare questa testimonianza: quando parliamo di sicurezza, di salvaguardia dell’ordine pubblico, di difesa del decoro urbano, non vogliamo in alcun modo diventare complici, non tolleriamo comunque che si continuino a calpestare i corpi e l’anima dei più deboli, anche laddove non lo vediamo accadere”.