Comunicazione trasformativa: i conflitti diventano opportunità

Il prossimo 16 Novembre, dalle 14,30 alle 18,30 a Piacenza verrà proposto per la prima volta nella nostra Provincia un laboratorio di COMUNICAZIONE TRASFORMATIVA, una tecnica sviluppata nell’ambito dei progetti dell’Associazione NEOTOPIA dal vicepresidente e fondatore Federico Fioretto, professionista della formazione e della comunicazione attivo a livello internazionale e responsabile del progetto Medicina di Neotopia nonché dell’attività di formazione svolta all’ospedale Meyer di Firenze. Si tratta di un insieme di principi e strumenti pratici applicabili con facilità da chiunque per trasformare la propria realtà di comunicazione e di relazione partendo dalla trasformazione dei conflitti in altrettante opportunità.

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Il conflitto è una modalità relazionale nella quale le esigenze delle persone coinvolte vengono a cozzare, apparendo inconciliabili. La modalità culturale più diffusa per risolverli nella società umana contemporanea (ma non è sempre stato così) è quella per cui ognuno cerca di far prevalere le proprie ragioni su quelle dell'altro. Dal livello micro fino a quello macro si può andare dal diverbio alla guerra. Ma, come documentano le condizioni di salute dell'umanità certificate dall'OMS, quest’approccio produce malattia, non benessere e diffusa prosperità. Inoltre questa modalità è assolutamente innaturale per l'essere umano: ce lo dicono le neuroscienze, gli studi antropologici e le conoscenze della fisica quantistica, oltre ai Maestri spirituali di ogni tempo. La Comunicazione Trasformativa è un approccio in cui Federico Fioretto ha sintetizzato filosofie e tecniche estremamente efficaci per far sì che in ogni confronto di esigenze, nella vita privata come in quella professionale, possiamo cogliere le opportunità di generare effetti positivi per tutte le parti coinvolte che inevitabilmente vi si presentano. Con la Comunicazione Trasformativa possiamo diventare quotidiani creatori di pace e prosperità, per noi stessi e per le organizzazioni di cui facciamo parte, (ad esempio imprese, ospedali, associazioni, istituzioni, famiglie…) attraverso relazioni sane.

Inoltre la Comunicazione Trasformativa migliora l’assertività e la capacità di ascoltare e farsi ascoltare, costituendo un lavoro sulle fragilità del sé che spesso minano alla base il potenziale della persona di esprimersi adeguatamente e ottenere la soddisfazione dei propri bisogni e aspirazioni.

IL LABORATORIO DEL 16 NOVEMBRE

Il laboratorio del 16 Novembre è un livello “Base”, perciò aperto a tutti e non sono richieste particolari abilità o preparazioni specifiche. Il programma prevede un lavoro estremamente interattivo e coinvolgente, in modo che chiunque possa portare a casa strumenti realmente utili, da mettere immediatamente all’opera.

Il costo di partecipazione al laboratorio è di 100,00 € (Cento euro) a persona, ma vi sono alcune possibilità di sconto, a partire da quella che si attiva portando un’altra persona al corso, il che dà diritto a uno sconto di 20 € per ogni persona in più, con un massimo di 100,00 € per cinque iscritti oltre a sé. La sede dipende dal numero di partecipanti, che sta crescendo rapidamente, e sarà comunicata agli iscritti per tempo; sarà comunque in Piacenza città.

Per info e iscrizioni www.neotopia.it, e-mail info@neotopia.it, telefono: 345 4669446.

 

ASSOCIAZIONE NEOTOPIA

L’Associazione Neotopia, centro di studi, ricerca e pratica di vita di ispirazione gandhiana con sede a Gazzola (PC), ha l’obiettivo dichiarato di operare a eliminare per quanto possibile la violenza strutturale dalla società. L’attività dell’Associazione si situa nel filone dei moderni studi sulla pace e ha raggiunto un lusinghiero livello di riconoscimento nazionale e internazionale a partire dalla recente fondazione nel 2008.

Uno dei progetti principali e più originali dell’Associazione è quello per l’applicazione dei principi e delle metodologie gandhiane alle professioni e alle strutture sociali.

Da quest’idea e dal progetto di ricerca sulla violenza strutturale in medicina e nelle pratiche di tutela della salute, ad esempio, è nato un progetto di formazione alla comunicazione e alle competenze emotive e relazionali per i professionisti della salute che si svolge con successo all’interno dell’AOU Meyer di Firenze, una struttura di eccellenza nel campo della pediatria a livello europeo.

Il successo di questo progetto, e i risultati lusinghieri ottenuti, hanno incoraggiato alcuni dei soci e degli amici di Neotopia a decidere di dedicare parte della loro attività professionale per realizzare attività di formazione o d’assistenza fondate nei principi e nei dati di ricerca dell’Associazione, contribuendo in modo pratico ed efficace al raggiungimento di questa parte dell’Oggetto Sociale.

INTERVISTA A FEDERICO FIORETTO

Incontriamo Federico Fioretto, piacentino “da esportazione”, in occasione dell’uscita della sua più recente pubblicazione: “Etica del business sostenibile”, disponibile in formato E-book su Amazon.

Imprenditore e manager per più di 15 anni in Italia e all’estero, a lungo impegnato nell’associazionismo imprenditoriale, nel 1998 Federico, frustrato dalla freddezza e corruzione del mondo degli affari, lo lascia per dedicarsi all’esplorazione del potenziale umano, svolgendo attività di life-coach, tenendo negli anni centinaia di corsi e conferenze e divenendo un apprezzato studioso dell’etica gandhiana; integrando questa passione con le competenze imprenditoriali sviluppa metodologie per l’applicazione di questi principi alle professioni e alle attività economiche, coniugando etica, innovazione e competitività.

Specializzatosi ad Harvard in gestione dei sistemi di Sostenibilità, oggi opera nella consulenza strategica alle imprese e come formatore in comunicazione, relazioni e competenze emotive nelle organizzazioni, in particolare nel settore sanitario.

D: dopo una carriera nell’industria e nei servizi oggi lavora molto anche con la medicina e le strutture di cura: quali analogie?

R: dove lo scopo dell’attività è la cura delle persone le relazioni diventano essenziali. È stressante lavorare in un ufficio o una fabbrica dove le relazioni sono tese, fredde e i ritmi frenetici; ciò è esponenzialmente aggravato in un ospedale dal continuo contatto con il dolore e la sofferenza.

Purtroppo i professionisti della cura non ricevono formazione su questi aspetti e se la cavano improvvisando; vi sono certo ottimi “talenti naturali”, ma tanti altri si arrabattano tra il rischio di burnout (sindrome d’esaurimento tipica delle professioni d’aiuto N.d.R.) e cattive relazioni con colleghi e pazienti. Se a questo sommiamo le carenze dell’organizzazione, attenta oggi solo ai numeri, abbiamo una bomba a orologeria.

Il nostro lavoro sull’aumento delle competenze di comunicazione, di relazione e di gestione della vita emotiva ha ottenuto un gradimento molto elevato, risultando sin dal primo anno “al top” in una struttura di eccellenza come l’ospedale pediatrico universitario Meyer di Firenze.

Molti medici ci hanno testimoniato di aver avuto cambiamenti tangibili sia nel loro vissuto personale, con riduzione dello stress correlato al lavoro e maggior gratificazione nella pratica della professione, sia nelle relazioni con i pazienti e i loro familiari. Ovviamente, di conseguenza, si ottengono anche migliori livelli di collaborazione terapeutica con i pazienti e si possono attendere – coerentemente con la conoscenza scientifica ormai consolidata in materia –  risultati clinici positivi.

Per non parlare della relazione nella squadra dove ci hanno testimoniato cambiamenti di clima importanti e miglioramento dell’efficienza e della collaborazione.

Pensi che diversi hanno scritto alla Direzione chiedendo che questa formazione diventasse obbligatoria per tutto il personale!

D: Risultati incoraggianti…

R: Eccellenti: l’ospedale Meyer ha deciso di rendere permanente la nostra formazione, realizzandone una edizione ogni anno, stabilendo anche che si continui il percorso per tutti coloro che vi hanno partecipato tenendosi un incontro di follow-up ogni tre mesi.

Questa è una sfida interessante, perché se ora abbiamo decine di medici formati con il nostro approccio, nel tempo saranno centinaia e stiamo già lavorando a ideare incontri efficaci per un numero così elevato di discenti.

Ma la partecipazione dei nostri allievi è generalmente così entusiastica che siamo sicuri che ne verranno ottimi risultati.

D: Come ha reagito la struttura a questo successo? Gelosie, resistenze?

R: Direi di no; noi non lavoriamo mai “contro” qualcosa o qualcuno, sarebbe estraneo ai principi della Comunicazione Trasformativa che, tra le altre cose, insegniamo.

Se vi sono resistenze, il nostro atteggiamento positivo e costruttivo generalmente le scioglie rapidamente.

Devo anzi dire che abbiamo costruito un ottimo rapporto con il Servizio di Psicologia interno alla struttura, ottimamente diretto dalla Prof. M. Pia Viggiano dell’Università fiorentina; da quest’anno abbiamo un membro del servizio – ex allieva, tra l’altro – che ci aiuta come “tutor d’aula” e abbiamo stabilito una connessione con lo “Sportello” interno d’ascolto per integrare il lavoro di formazione con le eventuali esigenze individuali di un lavoro più approfondito o clinico.

Grazie a quest’armonia d’intenti stiamo ora lavorando con l’ospedale a creare un modello nuovo di comunicazione nella cura, e la collaborazione è davvero ottima.

Questo modello, e i suoi risultati, stanno suscitando interesse dovunque; quest’estate siamo stati negli USA a confrontare il nostro lavoro in due delle scuole di medicina più prestigiose al mondo (Al Children’s Hospital dell’Harvard Medical School e alla School of Medicine della University of Washington) raccogliendo lusinghieri apprezzamenti, oltre a imparare molto dai colleghi. Da questi incontri è nata una collaborazione dalla quale ci aspettiamo molto. La qualità della comunicazione, è documentato, ha grande influenza sulla salute e sull’efficacia delle cure, oltre che sul benessere degli operatori e sui costi del sistema; come dicevo prima, anche la nostra esperienza lo conferma. Dunque è essenziale che vi s’investa, e tanti – ci dice l’esperienza – stanno cominciando a farlo.

D: “Etica del business sostenibile” è il suo secondo lavoro a uscire bilingue; in un momento di crisi dell’economia e dell’etica pubblica italiana, possiamo esportare conoscenza?

R: Un futuro del sistema economico mondiale esiste solo se esso si orienta alla Sostenibilità, e questa è basata essenzialmente su buone relazioni e buona comunicazione tra tutti i portatori di interesse, i famosi “stakeholders”. Molte nostre piccole e medie imprese, spesso criticate per le loro dimensioni ridotte, familiari, possiedono però naturalmente alcuni elementi chiave della sostenibilità che anche le grandi corporation stanno riscoprendo: la valorizzazione delle persone, la loro conoscenza a livello profondo, la capacità di fare gruppo e sviluppare innovazioni geniali. Le persone rendono di più dove sono valorizzate.

Questi elementi naturali hanno bisogno di fare un salto di qualità, di essere organizzati professionalmente, e in questo la capacità di trasformare la qualità della comunicazione e delle relazioni può essere determinante.