Voleva pagare il biglietto del treno alla moglie per farla arrivare a San Nicolò dalla Sicilia e non aveva i soldi. Questa la giustificazione che un 36enne commerciante di San Nicolò, siciliano d'origine, ha fornito ai carabinieri dopo essere stato fermato. Dopo essere stato messo sotto torchio ha ammesso di essere stato lui l’autore della rapina a mano armata avvenuta sabato sera in una pizzeria da asporto a San Nicolò sulla via Emilia. E’ stato così arrestato con l’accusa di rapina aggravata. L’uomo, incensurato, era entrato nel locale con volto coperto da una sciarpa e con in mano una pistola 9 per 21 e minacciando il titolare e un commesso, si è fatto consegnare 300 euro d’incasso. Poi la fuga. Immediata la richiesta di soccorso e l’arrivo dei carabinieri di San Nicolò con il comandante Mario Congiu. Per scoprire il responsabile sono stati fondamentali la lucidità delle vittime che hanno fornito una dettagliata descrizione del bandito e della pistola con cui sono stati minacciati (riferendo il colore argentato del “castello” della pistola); e l’intuito investigativo degli uomini dell’Arma. Poco dopo il colpo i militari si sono recati sotto l’abitazione dell’uomo del quale nutrivano forti sospetti: si ricordavano infatti che due anni prima aveva denunciato il possesso di una pistola. Giunti sotto casa hanno verificato che il motore della sua auto era ancora caldo. Lo hanno trovato nell’abitazione e alla domanda cosa avesse fatto fino a quel momento ha risposto “sono stato in casa” contraddicendosi subito. Messo alle strette, è crollato ed ha iniziato a collaborare. In casa gli sono stati trovati 300 euro e alcuni scontrini della pizzeria rapinata. Ha spiegato di essere in difficoltà economiche e che voleva pagare il biglietto aereo alla moglie per farla arrivare dalla Sicilia. Oltre che di rapina deve rispondere anche di porto abusivo di arma da fuoco (poteva detenerla, ma soltanto in casa).