Le polemiche ci sono state, le richieste di ritirarla e di sospenderla anche, ma alla fine la delibera è passata: il Consiglio comunale, dopo una lunga seduta, ha dato il suo ok all'aumento «politico», come l'aveva definito l'assessore al bilancio Pierangelo Romersi, dell'Imu. In altre parole l'aliquota passerà dal 4,8 al 6 per mille, come già stabilito in commissione consiliare, e anche in quella sede non senza polemiche. Un aumento politico, in un certo senso virtuale, dell'aliquota sulla prima casa per ottenere maggiori rimborsi dalla Stato in attesa che la famigerata imposta, oggetto di aspre battaglie politiche a livello nazionale, venga eliminata del tutto, come promesso dal Governo. Questa, almeno, è l'idea dell'assessore Romersi e della maggioranza che ha approvato la delibera da lui proposta con il contestuale impegno di non gravare ulteriormente sulle finanze dei piacentini. E ciò grazie all'impegno da parte del Governo di coprire la seconda rata dell'Imu sino alla sua eliminazione definitiva.
Un futuro roseo ma tutt'altro che scontato, secondo buona parte della minoranza e anche secondo alcuni esponenti della maggioranza. Tommaso Foti (Fd'I) ha sottolineato la possibilità concreta che l'operazione di rimborso della rata non abbia la copertura finanziaria e di conseguenza i piacentini si troverebbero a dover pagare in base alla nuova aliquota maggiorata. Ecco perché la delibera andava ritirata e, in via provvisoria, sospesa. Ma sul punto è arrivato il no della maggioranza.
Altre voci contrarie alla delibera sono state quelle dei consiglieri 5 stelle Mirta Quagliaroli e Andrea Gabbiani oltre a quella di Paolo Garetti (Lista Sveglia) che avrebbe auspicato un provvedimento che agisse sul patto di stabilità, forzandone i vincoli come già avvenuto in altre realtà.