Con “La parola scenica”, il recital dell'amato baritono Leo Nucci, si inaugura venerdì 1 Novembre alle ore 21 la Stagione Concertistica 2013-2014 della Fondazione Teatri di Piacenza, la prima sotto la direzione artistica di Cristina Ferrari.
Concepito come un nuovo, vero spettacolo, col susseguirsi di romanze da camera e arie d’opera col ritmo incalzante delle azioni di un dramma verdiano, l’imperdibile appuntamento, che vedrà Leo Nucci accompagnato dall’Italian Chamber Opera Quintet (Paolo Marcarini, pianoforte – arrangiamenti; Pierantonio Cazzulani, violino; Christian Serazzi, viola; Andrea Cavuoto, violoncello; Marta Pettoni, arpa), sarà un ulteriore occasione per celebrare i duecento anni della nascita del grande compositore bussetano e per la quale la Fondazione Teatri ha ottenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali la possibilità di fregiarsi del logo nazionale per le celebrazioni del Bicentenario della nascita del Maestro nonché di quello regionale denominato “Verdi200”.
Questo spettacolo, che Leo Nucci, universalmente riconosciuto interprete verdiano di riferimento, dedica a Verdi e alle Celebrazioni Verdiane del Comune di Piacenza, nasce da quel continuo bisogno di stimoli nuovi che è comune ai grandi artisti: bisogno di creare e di dare luce nuova a ciò che esiste già e rappresenta la prima tappa italiana di un tour internazionale che lo vede impegnato con questo programma in Teatri come il Tokyo Opera City, il Coven Garden di Londra, passando per l'Opera di Stato di Vienna, il Forum “Grimaldi” di Montecarlo e, dopo Piacenza, il Teatro Petruzzelli di Bari.
Ma perchè intitolare un concerto “Parola scenica”? A spiegarlo è lo stesso Nucci citando un passo di una lettera che Verdi scrisse nel 1870 al Ghislanzoni: «Per parole sceniche intendo quelle che scolpiscono una situazione od un carattere, le quali sono sempre anche potentissime sul pubblico. So bene che talvolta è difficile darle forma eletta e poetica. Ma…(perdonate la bestemmia) tanto il poeta che il maestro devono avere il talento e il coraggio di non fare né poesia né musica». Il baritono ha infatti precisato che “era stato proprio Verdi a coniare l’espressione “parola scenica” come una dichiarazione di poetica, di estetica e di vita”.
Con lo spettacolo di venerdì prossimo, quindi, il grande baritono e il musicista – arrangiatore Paolo Marcarini hanno inteso rigenerare il modo di fare opera dal suo interno, volgendosi alle radici del recitar cantando, così da creare uno spettacolo in cui anche la parte strumentale affidata all' Italian Chamber opera Quintet non è interludio, ma è parte fondamentale dell’azione musicale.
Si è partiti, quindi, dall'idea di integrare il pianoforte con violino e violoncello: il trio classico, al quale si è poi aggiunto, per necessità di riempimento sonoro, la viola e, con il suo suono insostituibile, l'arpa. Le riduzioni sono fedelissime all'originale: il cantante deve sentire tutti i riferimenti che ha con la grande orchestra senza averne il peso sonoro. A volte particolari sono le introduzioni, pensate per creare l'atmosfera di un determinato momento drammatico. Un'operazione particolare è stata riservata al primo brano in programma dove sono stati riuniti tre brani (con un'opera di assemblaggio musicale di Paolo Marcarini e di adattamento poetico di Nucci) per dare vita a una grande, intensa preghiera. Anche i brani solo strumentali sono parte fondamentale dell’azione musicale. Marcarini ha inoltre riunito alcuni temi di un'opera non come un banale pot‐pourri, ma con lo scopo di integrarsi nella precisa logica del concerto, con l’intento di delineare, quasi "parola scenica musicale", il carattere di determinati personaggi operistici.
Per info e biglietti è possibile rivolgersi alla biglietteria del Teatro Municipale di Piacenza, in via Verdi 41, al numero di telefono 0523.492251 o al fax 0523.320365 o all'indirizzo mail biglietteria@teatripiacenza.it.