Il futuro dei Mercatini di Natale, che il Comune non esclude di poter spostare dalla storica sede di Piazza Cavalli al Pubblico Passeggio, è l'argomento più caldo nelle comunicazioni in Consiglio comunale. Le critiche arrivano in maniera bipartisan e sono destinate all'assessore al Commercio Katia Tarasconi. Marco Pascai (Pd) chiede polemicamente se "il Comune intende tutelare oppure no il mercatino". "I Mercatini si fanno dal 1976 e tanti commercianti hanno investito molti quattrini. Non possono essere trattati così". Gli fa eco Mirta Quagliaroli (M5S): "Ancora una volta l'assessore Tarasconi ha scontentato tutti. I commercianti non sono stati coinvolti. Pagano 22mila euro di plateatico e spendono 80mila euro di investimenti all'anno. Quando aspettiamo a varare un regolamento che disciplini una corretta partecipazione ai mercatini? Questa amministrazione ancora una volta si pone in maniera arrogante". Roberto Colla (Moderati) interviene sull'animazione del centro storico: "Non vogliamo che l'amministrazione venga ricordata per scelte sbagliate. La pista di ghiaccio in piazza (ipotizzata dall'assessore Tarasconi, ndr) è una scelta sbagliata. Auspichiamo un nuovo regolamento che serva a rilanciare il mercatino natalizio e che aiuti a risollevare un livello qualitativo sceso molto in basso". Sull'argomento si registra anche l'intervento di Giulia Piroli. Anche lei ha preso di mira l'assessore del suo partito Tarasconi: "Avevamo deciso nella scorsa consigliatura che il mercato bisettimanale dovesse rimanere in centro per animare il cuore della città. Spiace constatare che nel caso dei mercatini non sia stato così. I mercatini devono rimanere in centro storico. Se il problema è la qualità delle categorie merceologiche, si costituisca una commissione ad hoc. La pista di ghiaccio? Non possiamo farci schiavi delle suggestioni che avvengono in altri luoghi, siamo a Piacenza e non a Bolzano". Piroli è poi intervenuta sulla crisi Unieuro con i 118 esuberi. "Il tema della logistica va tenuto presente perché è in ballo il futuro della nostra città. Non possiamo continuare a perdere centri decisionali". Attacchi alla Tarasconi anche da Fratelli d'Italia, con Erika Opizzi. "L'idea di una maxi pista di pattinaggio in piazza Cavalli è stata poco prudente. Non si capiscono mai le reali intenzioni di questa amministrazione". Ha rincarato la dose Giovanni Botti (Pdl): "C'è una convenzione per tenere i mercatini di Natale in piazza fino al 2017. Decidere di spostarlo sul Facsal ora appare un po' strano". Marco Tassi ha chiesto addirittura le dimissioni dell'assessore Tarasconi.
A provare a fare chiarezza, nel mezzo di una seduta infuocata, è intervenuto il sindaco Paolo Dosi: "Comprensibile la preoccupazione dei commercianti, stiamo tenendo monitorata la situazione. Non si può nascondere che in questi ultimi anni la qualità del mercatino è andata calando. Però voglio dire che non c'è alcuna soluzione presa né preclusione a trovare delle soluzioni migliorative. L'idea della pista di ghiaccio non era così peregrina".
Lo stesso concetto è stato ribadito dall'assessore Tarasconi che ha quindi replicato agli attacchi: "Negli ultimi anni la qualità del mercatino è crollata, i piacentini non sono più appassionati. Sono almeno tre anni che si parla di dover apportare dei miglioramenti. Nel mercato ci sono bancarelle che nulla hanno a che vedere con il Natale. L'anno scorso era un mercatino triste e così insieme si era pensato di trovare ulteriori soluzioni. All'associazione abbiamo sempre detto che, così com'è, la situazione non va bene e che, o cambiano le cose, o si deve pensare anche a una nuova sede: il senso dell'indagine di mercato era quella di trovare soluzioni migliorative, ma non vogliamo mettere in conflitto nessuno. Vogliamo vedere se le due cose possono coesistere. L'associazione reclama dialogo, in realtà abbiamo fatto incontri fino alla settimana scorsa. Il problema è che non riescono a mettersi d'accordo sui prodotti da commercializzare. Tra di loro (in tutto sono 40 ambulanti, ndr) c'è qualche ambulante che non si allinea e quindi tutti rischiano di pagare per colpa di pochi. Non possiamo permetterci di avere sul mercatino il flauto peruviano. Nessuno ha mai detto loro d'impero che sarebbero stati spostati. La pista di pattinaggio? Era un sogno, ma credo che Piacenza possa puntare più in alto. L'idea avrebbe comunque attirato molti visitatori anche da fuori dalla città". Martedì intanto dovrebbe conoscerci chi ha partecipato all'indagine di mercato per ravvivare il centro, passaggio fondamentale in questa vicenda.
ATTI DI VANDALISMO SUI MEZZI DI SETA Sulla questione degli atti vandalici ai danni dei mezzi di Seta ad opera di alcuni studenti, fatti che si sono verificati ripetutamente in questi giorni, è intervenuto il capogruppo del Partito Democratico Daniel Negri: "Si sono verificati troppi episodi di maleducazione, si tratta di un fenomeno intollerabile. È necessario agire prontamente per dare un segnale forte e chiaro. Gli autisti devono essere tutelati. Mi trovo d'accordo con la proposta dell'assessore provinciale Pier Paolo Gallini di far pagare i genitori dei bulli. Anche il Comune, tuttavia, si deve far carico di studiare una modalità di azione per prevenire e reprimere certi episodi. Urge una soluzione immediata". Sui vandalismi sui bus Seta, il sindaco ha detto: "Purtroppo oggi la mancanza di senso civico è diffusa. Dobbiamo tutti ricondurre nei confini corretti fenomeni. L'attenzione del Comune non cala".
LITE FURIBONDA FOTI-TASSI In coda alle comunicazioni, su questioni di carattere regolamentare, scoppia una lite tra Tommaso Foti (Fratelli d'Italia) e Marco Tassi (Pdl), vicini politicamente da sempre e fino a pochi mesi fa nello stesso partito. Foti era appena intervenuto per fatto personale tirando in ballo un commento postato su Facebook dall'assessore Tarasconi sulla questione del mercatino. Assist, questo, che ha permesso alla stessa di prendere la parola in fase di comunicazioni. Quando anche Tassi ha chiesto la parola al presidente del Consiglio Claudio Ferrari – così come aveva fatto Foti – è scoppiata la bagarre tra i due, forse anche frutto di un equivoco su chi avesse titolo o meno a prendere la parola.