“Esodati del sangue”: riconosciuti i giorni donazione ai fini pensionistici

 Li avevano chiamati “gli esodati del sangue”, coloro i quali non avevano visto riconosciuti ai fini pensionistici i giorni in cui si erano assentati per il prelievo.  Per chi ha donato con regolarità il sangue nell' arco di una intera vita lavorativa si è trattato di un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Secondo la norma emanata dal Governo Monti, infatti, i volontari si sarebbero trovati a dover scegliere tra uno slittamento nell'accesso alla pensione pari al numero di giorni di donazione e quindi non lavorati, oppure ad una riduzione della pensione stessa dall'1 al 2 %.
La buona notizia è però arrivata: lo scorso 11 ottobre il Senato della Repubblica ha approvato un emendamento che modifica la legge 14 del 24 febbraio 2012 estendendo di fatto la definizione di "prestazione effettiva di lavoro" anche alle assenze per la donazione di sangue ed emocomponenti. 
L’ emendamento ristabilirà quanto già indicato dalla legge n. 219/05, che all'articolo 8 comma 1 prevede il riconoscimento della retribuzione e dei contributi per la giornata in cui si effettua la donazione. La stessa legge individua i donatori di sangue come operatori sanitari che concorrono al raggiungimento di un obiettivo fondamentale per il nostro Paese: l'autosufficienza di sangue, emocomponenti e medicinali plasmaderivati.

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