La Sanità italiana è una delle migliori al mondo e quella emiliano-romagnola è una delle migliori d'Italia. Questa è la premessa che Augusto Pagani, presidente dell'Ordine dei medici di Piacenza, nell'aprire i lavori della seduta del consiglio provinciale alla quale stanno presenziando i vertici dell'amministrazione di via Garibaldi, i vertici dell'amministrazione comunale (sindaco in testa) e dell'Azienda sanitaria locale.
Premessa a parte, Pagani entra subito nelle criticità parlando di sistema sanitario che regge in una fase storica di crisi economica solo grazie al "superlavoro" dei medici dipendenti dell'Ausl. Superlavoro nel senso che fanno gli straordinari senza essere pagati, con tutto ciò che comporta anche in termini di rischio per i pazienti: la professione medica non è come le altre, da questo punto di vista.
E sempre in tema di gestione delle emergenze, il presidente dell'ordine dei medici piacentini parla della chiusura della centrale operativa piacentina del 118 come pericolosa, non tanto per lo spostamento in sé quanto per «la riorganizzazione del servizio» che rischia di andare in corto circuito.
E' quindi la volta di Andrea Bianchi, direttore generale dell'Ausl: «Le risorse in questa fase sono risicate ma l'imperativo categorico è mantenere la qualità dei servizi». E dopo una breve relazione con i numeri del bilancio 2012 (chiuso in pareggio civilistico) e dopo alcuni cenni sulle eccellenze piacentine che attirano pazienti da fuori regione, ha toccato il tema dell'ospedale di Fiorenzuola: «Siamo in attesa degli ulteriori accertamenti sulla struttura – dice Bianchi – dopodiché potremo parlarne con cognizione di causa, e questo avverrà tra una settimana o dieci giorni».
Al tavolo sono presenti anche i sindaci (Piacenza, Castelsangiovanni e Fiorenzuola) dei tre distretti sanitari della Provincia. La parola è stata dunque data dal presidente del Consiglio provinciale Roberto Pasquali al sindaco di Piacenza Paolo Dosi. Il quale ha sottolineato di condividere con l'azienda la volontà di individuare quei servizi che non solo devono essere conservati ma migliorati in modo da creare attrattività.
E' poi la volta di Giovanni Compiani, sindaco di Fiorenzuola, in questi mesi al centro dell'attenzione per la paventata chiusura dell'ospedale legata alle carenze strutturali in base alla nuova legge antisismica. «Un ospedale come il nostro – dice Compiani – può funzionare qualora si investa sul personale, sulle equipe mediche, sui giovani in modo da favorire, tra le altre cose, anche la residenzialità in tutta la Valdarda».
E poi parte con una proposta in effetti davvero nuova: pensare di creare un polo ospedaliero unico Fiorenzuola-Fidenza. «Il nostro è un ospedale di frontiera – afferma Compiani – E mi riferisco al fatto che a 14 chilometri abbiamo l'ospedale di Fidenza, che è in provincia di Parma. Questo è un argomento che va approfondito e richiede elementi di conoscenza che ora io non ho. Si tratta di trasformare, credo, elementi di debolezza che abbiamo in elementi di forza. Si potrebbe pensare a un primo polo ospedaliero interprovinciale in regione».
Carlo Capelli, sindaco di Castelsangiovanni, inizia il suo intervento parlando dei vantaggi della rete: «Gli ospedali di prossimità sono molto importanti ma non possono più fare tutto di tutto ma devono concentrarsi a fare bene quello che sanno fare. Questo però si può fare solo se sono inseriti in una rete che funziona al meglio». E parla del rinnovamento della struttura castellana negli ultimi dieci anni, durante i quali è stata riconquistata la fiducia dei cittadini «che si era un po' persa». «Si è poi creato un clima di collaborazione tra le equipe presenti – ha aggiunto – che ha migliorato di molto la credibilità dell'ospedale».