Ospedale Fiorenzuola, è guerra di “veline”. Zannini: “Non siamo maglia nera”

 Sull’ospedale di Fiorenzuola, dopo lo scontro di perizie, la questione sembra spostarsi sulla guerra di “veline”. A metterla in luce è stato il primario di ginecologia e ostetricia, Marco Zannini. Tutto nasce dall’agenzia, arrivata in redazione e pubblicata ieri dal nostro sito, che definiva il reparto dell’ospedale di Fiorenzuola come “maglia nera in Regione”. Lo sosteneva l’Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari delle Regioni, che basava la valutazione sull’alto numero di parti cesarei. 
Una tegola arrivata proprio nel momento più delicato per l’ospedale valdardese, da mesi nel mirino dell’Asl per presunte inadeguatezze tecniche e con dietro l'angolo lo spettro della chiusura o lo spostamento dei reparti.
“L’agenzia, in 17 anni da primario non l’ho mai sentita nominare – premette Zannini ai microfoni di Radio Sound – e poi mi pare prenda in esame un dato molto parziale”. Ma è sulla tempistica che il primario si è detto insospettito: “La trovo un pò strana. Anche perché arriva proprio mentre l’ospedale è nella bufera e soprattutto quando io, personalmente, starei per passare ad occuparmi della rete ostetrica – ginecologica di tutta la provincia. Mi sembra uscita in un momento molto sospetto”. 
Ma chi potrebbe avere interesse a mettere in cattiva luce l’attività del primario e del suo reparto? “Vorrei proprio sapere chi l’ha diffusa. La Regione, per esempio, è risaputo che spinga i pazienti verso Fidenza, mentre Piacenza cerca di attrarre a sé i pazienti. E per forza di cose noi siamo chiusi tra questi due fuochi. Penso possa arrivare da qualcuno della giunta regionale, che così potrebbe avere degli interessi in questo senso”. 
E’ tranquillo, il professor Marco Zannini, nel commentare la spiacevole valutazione del suo lavoro ma certo non ha esitazioni nel sostenere che “negli anni mi sono guadagnato molti estimatori ma anche qualche nemico”. E ha poi elencato, numeri alla mano, il perché non consideri il suo reparto la “maglia nera” in Regione: “Nell’ospedale della Valdarda facciamo nascere circa 800 bambini l’anno, anche se di Fiorenzuola sono solo 130. Gli altri vengono da fuori ed io, con la mia equipe, attraiamo dal parmense e dal lodigiano il resto dei neonati. Mi sembra un dato straordinario, riportato spesso anche in passato. Ora ci accorgiamo di essere maglia nera. Mi sembra molto strano”. 
Anche sulla tecnica del parto cesareo, dato preso in esame dall’agenzia, Zannini ha ben più di un aspetto da sottolineare: “Sono stato il primo a introdurre la partogenesi gratuita in Emilia Romagna e l’uso dei farmaci anzi che l’intervento chirurgico per indurre l’aborto legale. E quando sono arrivato a Fiorenzuola, non solo noi, ma l’intera provincia era seconda a livello nazionale per parti cesarei. Per cui è, da un lato un dato storico, dall’altro non penso si debba ricercare a tutti i costi – ha spiegato – il fatto di rifuggire dalla cesarizzazione. Ho lavorato invece sul benessere del bambino, pensando ad ottenere i migliori risultati della gravida e del bimbo”. E ha poi aggiunto, a riprova del suo ragionamento, che “non ha senso rincorrere il basso tasso di cesarizzazione perché costa meno, per poi provocare molte conflittualità medico-paziente. Noi puntiamo sul miglior risultato neonatale possibile. Pur non avendo rinaimazione – ha detto, in difesa della sua squadra di medici –  e neppure disponibilità di sangue che è limitata dobbiamo tenere conto solo delle nostre forze. E devo avere poche conflittualità, per non rischiare di avere altissimi rischi e riconoscimenti di danni, che sono esperienze dramamtiche per il vissuto del paziente e che causa richieste di danni stratosferici”. 
Per questo l’agenzia, diffusa ieri a mezzo stampa, gli è parsa alquanto sospetta: “Non corrisponde alla reputazione che abbiamo. Tanto che stanno cercando di farmi rimanere a Fiorenzuola a tutti i costi e mi sembra molto strana, perché prende in esame un dato parziale e proprio in un momento del genere, dell’ospedale e mio personale”. 
E così i sospetti del primario ricadono, soprattutto, su ambienti vicini alla giunta regionale: “Il comitato a difesa dell’ospedale ha sempre avuto parole di elogio verso il punto nascite. Forse qualcuno vuole mettere lo zampino sul mio passaggio alla direzione della rete ostetrica – ginecologica di tutta la provincia. Se dovesse arrivare dalla giunta regionale, allora sì, qualcuno potrebbe aver avuto interesse a far uscire quell’agenzia negativa”. 

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