“Gay pride a Piacenza? Perché no. E’ questione di rispetto della persona”

 “Il Gay Pride a Piacenza? Perché no”. E’ la proposta-provocazione lanciata dal consigliere comunale Giulia Piroli, durante la conferenza stampa di presentazione a palazzo Mercanti dell'adesione a Re.A.Dy, la Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere della persona. Quale occasione migliore per proporre un evento di “orgoglio gay”, che solitamente si svolge solo nelle grandi città: “Ma è proprio nei piccoli centri che c’è più chiusura verso questi temi – ha detto Piroli ai microfoni di Radio Sound -, magari in futuro ci potranno essere le condizioni per organizzarlo”.  Per il consigliere comunale, comunque, “si tratta di una politica dei piccoli passi e so che non mancheranno le critiche ma credo ci sia di mezzo il rispetto della persona e del vivere liberamente il proprio orientamento sessuale senza nascondersi”. Perché pensare all’omofobia, quando in Italia e anche a Piacenza sembrano prevalere i problemi di carattere economico? “Proprio perché non devono essere messi da parte nonostante la crisi – ha risposto -. A causa della tensione sociale non dobbiamo lasciare soli quei giovani che vivono dei drammi, che in alcuni casi sfociano in qualcosa di ben più grave”. 
Al di là della proposta, che difficilmente troverà riscontro a breve, l’amministrazione comunale ha comunque dimostrato vicinanza a questi temi con l’adesione a Re.A.Dy, come ha voluto sottolineare l’assessore alle Pari opportunità Katia Tarasconi: “Insieme ad altri 60 Comuni, questa rete ci impegna nella direzione della formazione all’interno dell’ente e verso i più giovani, per diminuire tutto ciò che riguarda la non accettazione delle differenze. Così come il sostegno ai genitori in difficoltà, per informarli che ci sono luoghi in cui possono rivolgersi per avere aiuto”. 
Soddisfazione, poi, da chi ogni giorno ha veramente a che fare con gli ostacoli dovuti alla discriminazione. Come Maurizio Rivioli, segretario provinciale di Arcigay e Rita Mura referente locale di Agedo (Associazione genitori di omosessuali): “Sarà utile per l’educazione della popolazione tramite eventi e incontri, senza dimenticare l’accoglimento delle vittime di pregiudizi anche tramite indirizzamento verso psicologi e avvocati. E infine eventi culturali. Con questa rete sarà più semplice” ha detto Rivioli. “Anche per noi collaborare con le istituzioni è positivo, per raggiungere le persone che normalmente non riusciamo ad aiutare. Essendo volontari siamo limitati, invece con la collaborazione del Comune anche la nostra azione viene facilitata” ha concluso Mura. 

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