Inaugurazione della mostra di Giancarlo Bozzani “Phàntasma”.

Venerdì 11 ottobre alle 22 allo Spazio Rosso Tiziano è prevista l'inaugurazione della mostra di Giancarlo Bozzani "Phàntasma".

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Parte dell'intervento di Emanuele Beluffi relativo ai lavori di Giancarlo Bozzani.

“…Come gli espressionisti astratti, Bozzani disputa il suo certamen con l'atto creativo, che nella fattispecie prende la forma di un confronto/scontro con la suaccennata “visione” a-razionale attraverso la quale appaiono, intuite e successivamente codificate via spatola, pennello eapplicazioni su una superficie fatta di acrilico, olio e bitume, forme naturali che danno luogo auna narrazione: l'astrazione del gesto pittorico in Giancarlo Bozzani si fa figurazione, dalla trama del fondo oscuro e pittato con Terra di Cassel appaiono, si manifestano, creature che lovecraftianamante "sussurrano nelle tenebre", cavalli diabolici, monaci, streghe, teschi, Cristi perversi e le oscure figure della notte senza fine. Creature che non vengono definite anteriormente al farsi della pittura e nemmeno ricevono una precisa determinazione in corso d’opera, ma piuttosto sono surdeterminate, secondo quel che si dice nel linguaggio psicanalitico a proposito dei contenuti dell’abisso dell’inconscio, da più cause convergenti e secondo uno “schematismo” che è tutto dell’immaginario: la mano dell’artista non fa altro che “portarle fuori” dal loro fondo oscuro, che è in tutto e per tutto il fondo della tela, scavando e togliendo di spatola, come quando un archeologo porta alla luce le vestigia arcaiche di un’antica civiltà. Il risultato è dato da forme in via di apparizione che hanno del fantasmatico, intraviste nel film pittorico e oggettivate in un caos ordinato, dove la composizione proteiforme e magmatica di “entità” che potremmo definire extrafenomeniche rinnova, attraverso il far/si della pittura, quella “visione” apparentemente derealizzante che è in tutto e per tutto un “portar fuori” i contenuti creativi di un abisso, quello dell’inconscio o anche un “luogo” del tutto immaginifico come un ipotetico “Altroquando” della Pittura.