“Esprimiamo pieno sostegno al presidente della Provincia, Massimo Trespidi, che nei giorni scorsi ha lanciato la proposta di redigere un documento condiviso da istituzioni piacentine, associazioni e mondo agricolo per ridefinire il disciplinare del Brugneto e dare una riposta concreta e attesa alla crisi idrica che annualmente mette in difficoltà il territorio piacentino”.
Questo il commento di Enrico Chiesa, presidente di Confagricoltura Piacenza all’imminente avvio dei lavori della task force che dovrà trovare una soluzione unica e condivisa per una nuova gestione dell'acqua della diga del Brugneto. Il presidente Trespidi ha infatti inviato nei giorni scorsi un invito formale a istituzioni e associazioni coinvolte al quale Confagricoltura ha dato prontamente piena adesione. Obiettivo dell'incontro sarà appunto la predisposizione di un documento comune da inviare alla Regione Emilia-Romagna affinché si attivi al più presto per il bene del territorio. “Condividiamo pienamente nel metodo e nel merito l’azione del presidente della Provincia – ribadisce Chiesa – agire subito per non trovarci, l'anno prossimo e come sempre, nella stessa situazione delle estati passate. Sottoscriviamo le parole di Trespidi: è giunto il momento di darsi un metodo nuovo che sia capace di preservare il territorio in maniera sostenibile senza danneggiare le realtà produttive. E’ poi fondamentale – prosegue Chiesa -pianificare interventi sulla base di riscontri scientifici. Gli studi sul cambiamento climatico non mancano. L’impatto sulla disponibilità d’acqua della pianura padana è monitorato e va gestito, certamente continuando il percorso intrapreso di un utilizzo consapevole della risorsa, ma pensando anche a bacini di contenimento che siano in grado di tesaurizzare l’acqua nei momenti in cui è troppo abbondante per rilasciarla al bisogno”. I risultati pubblicati il mese scorso del del progetto di ricerca europeo ACQWA condotto sotto la direzione dell'Università di Ginevra sono evidenti: il report finale riassume l'influenza del surriscaldamento di due gradi pronosticato fino al 2050 sulle precipitazioni di pioggia e neve, così come le ripercussioni sui ghiacciai: mancanza di neve, laghi alpini vuoti, forti piogge e colate detritiche: nelle regioni di montagna. “Il cambiamento climatico scombussolerà il bilancio idrico – sottolinea Chiesa- . Si legge nel rapporto che la Pianura Padana sarà particolarmente colpita: i deflussi potrebbero scendere della metà e l'acqua diventerebbe scarsa soprattutto in estate. Non si tratta di fare allarmismo, ma forse è bene prendere consapevolezza della portata del problema per programmare una soluzione adeguata ed evitare soluzioni palliative. Da ormai vent’anni – conclude Chiesa -chiediamo un piano idrico, con la realizzazione delle adeguate infrastrutture, che certamente non si possono improvvisare notte tempo in piena emergenza”.