Teologia nell’era digitale, Spadaro: la Chiesa apra alla Rete

Internet ha cambiato il nostro modo di pensare e affrontare la realtà. Queste le premesse da cui parte Cyberteologia, il blog curato da Antonio Spadaro, direttore di Civilta Cattolica, che recentemente ha avuto l'onore di intervistare Papa Francesco. Parlare di teologia oggi significa chiedersi come sia possibile dire Dio in un momento in cui la rete ha un forte impatto sul nostro modo di pensare. La rete non è più concepibile come uno strumento ma è un ambiente che agisce sul nostro modo di pensare. Quello che caratterizza i social networks oggi e' la capacità di condividere, connettere attraverso reti di relazioni. Senza queste reti, oggi non è possibile comunicare. "Io comunico non se ho qualcosa da dire, ma se ho qualcuno che può ascoltare quel che dico. I social networks non danno espressione agli individui, ma alle reti di relazioni tra individui". Il concetto fondamentale e' la connessione, non la semplice presenza in rete. Con la rete si esperisce una forma di prossimità, concetto caro alla tradizione cristiana: chi è il prossimo nell'era digitale? E' colui con cui posso essere in relazione anche bypassando l'incontro fisico. Una prossimità su cui il mondo ecclesiale deve riflettere se vuole – per usare le parole proprio di Papa Francesco in un recente incontro sul rapporto tra Chiesa e Rete – "comunicare il volto di una Chiesa che sia la casa di tutti", evitando la deriva della manipolazione della coscienze e favorendo l'incontro autentico con Cristo, "un incontro personale" che non può essere manovrato dagli ingegneri della spiritualità. Ed ecco dunque come il vero compito della Chiesa oggi sia quello di diventare una comunità open source, costruita dalla collaborazione e dalle conoscenze di tutti. Se non si fortificano le relazioni e non si stimola alla creatività non si favorisce quel pensare insieme tipico di una comunità, che può dar vita a una forma di intelligenza collettiva capace di rispondere alle sfide del presente. La Chiesa non è chiamata ad una mera emissione di contenuti, ma alla trasmissione di una testimonianza, autorevole proprio nella sua immediatezza e vicinanza con l'interlocutore. "Questo e' uno dei grandi meriti di Papa Francesco – ha concluso Spadaro: riuscire a veicolare l'autorevolezza della Chiesa senza far pesare la propria autorità".

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