Crisi idrica, Legambiente: “Anche il Nure va commissariato”

"Anche sul bacino del Nure si agisca come con il Trebbia e la si smetta di considerare il deflusso minimo vitale come la peste di tutti i mali". Nei giorni scorsi una delegazione di Legambiente con a capo Fabrizio Binelli ha incontrato ha incontrato l'assessore provinciale all'Ambiente Patrizia Barbieri e i capigruppo. "Ci siamo permessi di portare all'attenzione della Provincia le idee che da anni portiamo avanti sul tema dell'acqua e speriamo non si faccia strumentalizzazione politica – ha detto Binelli alla vigilia di un consiglio provinciale dedicato al tema (in programma martedì alle 15)". Binelli ha spiegato di non "avere molta fiducia nelle mozioni presentate", ma ha voluto ribadire le posizioni di Legambiente. Primo sulla diga del Brugneto. "L'accordo di questa estate è stato positivo, per la prima volta messa in discussione l'uso collettivo dell'acqua. Quello che non serve a Genova dal punto di vista idropotabile deve essere fatto defluire sul nostro territorio. Invitato quindi la Provincia ad agire in sede di autorità di bacino per ampliare questo accordo politico in un atto amministrativo finalizzato a definire una quota di sicurezza dell'impianto, ossia una quota di sopravvivenza per Genova e che il resto venga fatto defluire su Piavenza. Questo impianto da anni non è più strategico per Genova". La seconda proposta "è quella di preparare un intervento rispetto alla scadenza della derivazione idroelettrica fissata nel 2014. Occorre verificare il rinnovo. Se è negativo, l'impianto non deve essere rinnovato. Se sarà positivo si aprirà la partita della gestione dell'impianto". Infine il tema del Nure, per cui di fatto viene chiesto il "commissariamento". "Per il Nure non abbiamo avuto tutta questa attenzione, c'è un insieme caotico di consorzi di agricoltori che gestisce le derivazioni. Chiesto un anno di verifica delle condizioni: si deve conoscere quanta acqua viene derivata, quanta serve all'agricoltura, quanta acqua di quella derivata arriva ai campi. Facciamo un accordo di programma e poi vediamo quali sono le soluzioni". Le reazioni dalla Provincia? "Dai gruppi consigliari buon ascolto, da parte della giunta un po' meno: noi non siamo un centro studi, abbiamo idee e siamo disponibili a metterle in un accordo, ma non negoziare dei patti".

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