Anpas: “Troppi rischi durante i soccorsi notturni, chiediamo più sicurezza”

I recenti gravissimi fatti di cronaca hanno spinto gli operatori dell’Anpas a sollevare un problema finora forse sottovalutato: la sicurezza dei soccorritori durante gli interventi. Lo spiega in un comunicato Paolo Rebecchi Coordinatore del Comitato Provinciale dell’ANPAS di Piacenza. Anche se nello specifico domenica sera in occasione dell’omicidio di Sadik Hajderi non è accaduto nulla di particolare, per l’ennesima volta un equipaggio di soccorritori si è ritrovato in un contesto potenzialmente rischioso per la propria incolumità. Rischi che in molte occasioni in passato si sono drammaticamente concretizzati. “Spesso, soprattutto nelle ore serali, ci capita di intervenire per risse e liti con presenza di persone ubriache e violente” spiega Paolo Rebecchi. “In più di un’occasione i nostri operatori sono stati insultati e aggrediti, per fortuna per ora solo verbalmente. Ad alcuni colleghi di altre città è andata peggio, si guardi a Roma dove in più di un’occasione soccorritori e infermieri sono stati letteralmente picchiati”.

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“La nostra organizzazione, che conta un totale di circa 19.000 servizi all’anno in regime di urgenza, ha deciso di inserire il fattore “sicurezza” tra gli argomenti all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Provinciale, previsto per il prossimo 18 Settembre. Formuleremo al nostro organismo Regionale la richiesta per un percorso formativo mirato sui rischi specifici a cui possono essere soggetti gli operatori di soccorso, che verterà su tematiche di carattere operativo, legale e psicologico, per affrontare i sempre maggiori rischi della strada. Ci auguriamo che ognuno faccia la sua parte, prima che accada qualcosa di realmente grave al nostro personale”.

 

IL COMUNICATO

I gravi recenti episodi di cronaca, che hanno impegnato le pagine della carta stampata e dei web magazine locali, sono l’apice di una situazione sociale che deve essere “analizzata a 360 gradi”. Queste vicende scuotono l’opinione collettiva quando raggiungono livelli di massima violenza che culminano in omicidi, ma purtroppo, come già segnalato anche da parte nostra in passato, la quotidianità “per chi vive la strada” è anche di norma, tutt’altro che rosea. Questo è un quadro comune a molte città italiane, ed è proprio quando il malcontento supera la ragione, quando la cultura viene surclassata dal distacco con la realtà e si perdono quei valori positivi che dovrebbero sorreggere una sana democrazia, che il sistema rischia di implodere. Succede così che i servizi come il nostro, a disposizione dei cittadini, diventano il termometro di un malessere sociale che rileva episodi di violenza sempre più all’ordine del giorno, anche là dove si prova a far funzionare le cose nel modo giusto.

Non è poi tanto raro che il personale delle Pubbliche Assistenze, in servizio operativo di urgenza 118, sia soggetto ad insulti e minacce di ogni tipo; si verificano momenti di tensione in cui il punto di equilibrio viene gestito con grande pazienza e professionalità dai nostri Soccorritori, ma la linea di separazione tra il controllo dell’evento e la disgrazia spesso è davvero sottile. Va fatto un plauso alle forze dell’ordine che dimostrano professionalità sia nel pronto intervento che nelle fasi di indagine, come dimostrato anche dai recenti episodi di cronaca; ci hanno sempre dato supporto non solo sugli interventi ma anche in fase preventiva e formativa. In particolare con i Carabinieri è stata impostata una formazione per l’intervento che spesso si svolge su “possibili scene del crimine”; con la Polizia di Stato sono stati sviluppati i temi della sicurezza su scenari analoghi, traendo sempre spunti importanti per non inficiare anche sul lavoro di indagine.

Personalmente rimango colpito quando in momenti pubblici, soprattutto in alcuni quartieri, si parla di mancanza di dialogo e si sente ripetere l’affermazione “più che divise occorrono momenti di confronto”. Piacenza e provincia, dal punto di vista del supporto sociale e dell’integrazione, hanno fatto e stanno facendo moltissimo, ma in questo momento, l’approccio al problema necessita di una spinta ulteriore. La presenza di un numero maggiore di forze dell’ordine è essenziale ed insostituibile; è inutile negare che da un punto di vista concreto e di percezione della sicurezza, Carabinieri e Polizia rappresentano una garanzia a cui non possiamo rinunciare. Il finto perbenismo ha fatto il suo tempo.

Per chi, come me, rappresenta una realtà di soccorso, che vanta circa 1900 operatori tra Volontari e Dipendenti su tutta la provincia, non può tralasciare il fattore sicurezza. La nostra organizzazione, che conta un totale di circa 19.000 servizi all’anno in regime di urgenza, ha deciso di inserire il fattore “sicurezza” tra gli argomenti all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Provinciale, previsto per il prossimo 18 Settembre. Formuleremo al nostro organismo Regionale la richiesta per un percorso formativo mirato sui rischi specifici a cui possono essere soggetti gli operatori di soccorso, che verterà su tematiche di carattere operativo, legale e psicologico, per affrontare i sempre maggiori rischi della strada. Ci auguriamo che ognuno faccia la sua parte, prima che accada qualcosa di realmente grave al nostro personale.