“L’omicidio di suor Leonella ha rafforzato la sua missione di fratellanza”

Una messa per celebrare la figura della religiosa missionaria piacentina suor Leonella Sgorbati, uccisa il 17 settembre 2006 a Mogadiscio da islamici contrari alla presenza cattolica nel loro paese. La funzione è stata celebrata da monsignor Illica nella chiesa di Rezzanello di Gazzola dove suor Leonella era nata il 9 dicembre del 1940 e giunge all’indomani dell’avvio del percorso di beatificazione iniziato da monsignor Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio. Suor Leonella aveva stretto amicizia anche, se solo per via epistolare, con don Gian Piero Franceschini direttore del Centro Missionario della Diocesi di Piacenza e Bobbio: “All’inizio erano lettere ufficiali e per così dire tecniche  – spiega don Franceschini – poi però si può effettivamente dire che quel rapporto formale si tramutò in una vera e propria amicizia che mi permise di scoprire una persona di grosso calibro”.

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Suor Leonella, al secolo Rosa Maria Sgorbati, nacque nel 1940 a Gazzola, in provincia di Piacenza, dove ha trascorso la giovinezza, è entrata nel 1963 nell'ordine delle Suore Missionarie della Consolata a Sanfrè, in provincia di Cuneo, dove ha preso i voti perpetui nel novembre 1972. Dopo aver frequentato la scuola infermieri nel Regno Unito (1966 – 1968), si è trasferita in Kenya nel settembre 1972, dove ha prestato servizio alternativamente al Consolata Hospital Mathari, Nyeri, e al Nazareth Hospital di Kiambu vicino a Nairobi. Nel 1983 suor Leonella cominciò gli studi superiori di scienze infermieristiche e nel 1985 divenne il più importante tutor della scuola infermieri incorporata al Nkubu Hospital, Meru.

Nel novembre 1993 è stata eletta superiore regionale delle Suore Missionarie della Consolata del Kenya, compito che ha svolto per sei anni. Dopo un anno sabbatico ha trascorso alcuni mesi all'ospedale pediatrico di Mogadiscio, per studiare la possibilità di aprire una scuola infermieri nell'ospedale retto dall'organizzazione SOS Villaggi dei Bambini (SOS Children's Village). La scuola ha aperto nel 2002, con l'operato di suor Leonella. Le prime 34 infermiere si sono diplomate nel 2006, certificate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, poiché la Somalia è priva di governo dal 1991.

 

L’OMICIDIO

Poiché Suor Leonella desiderava formare altri tutor per la scuola infermieri, ritornò in Kenya con tre nuove infermiere diplomate per iscriverle ad un corso della scuola medica. Al ritorno ebbe difficoltà ad ottenere un visto per il rientro a Mogadiscio, per le nuove regole previste dalle corti islamiche che ora controllano la città e i suoi dintorni. Rientrata a Mogadiscio il 13 settembre 2006, il 17 settembre è stata uccisa a colpi d'arma da fuoco all'esterno dell'ospedale pediatrico, assieme alla guardia del corpo. I due assassini si erano nascosti dietro un taxi, da cui le hanno sparato nella schiena. La suora è stata trasportata al Pronto Soccorso, ma è morta poco dopo. Le autorità somale stanno cercando gli autori del delitto e sono stati arrestati due sospetti. L'omicidio avviene dopo altre uccisioni di italiani sia volontari laici e che personale religioso in Somalia: Graziella Fumagalli, medico, uccisa il 22 ottobre 1995 nel Centro antitubercolosi della Caritas Italiana a Merca; Annalena Tonelli, uccisa da estremisti islamici il 5 ottobre 2003 a Borama, dopo 33 anni di dedizione agli ultimi; il vescovo Salvatore Colombo, francescano, ucciso il 9 luglio 1989 a Mogadiscio durante la messa.

“E’ simbolico come suor Leonella sia morta accanto alla sua guardia del corpo – evidenzia don Franceschini –  quest’ultimo infatti era di religione islamica e nonostante la differente fede i due erano diventati grandissimi amici. Nel momento in cui sono stati uccisi il sangue di una cristiana e di un musulmano si sono mescolati a suggellare quella missione di pace e fratellanza portata avanti da suor Leonella”.