Attacco cardiaco, con l’Ipotermia Terapeutica il 60% guarisce completamente

Un vero e proprio percorso per il trattamento dei pazienti colpiti da arresto cardiocircolatorio. Un percorso che prende il nome di ipotermia terapeutica: si avvale della già fitta rete di defibrillatori che permette un primo ma decisivo intervento sul luogo dell’evento e da oggi viene completato con questo “trattamento del freddo” che ha l'obiettivo di limitare i danni al cervello causati dall'arresto. Il percorso è stato presentato questa mattina dal direttore dell’Asl piacentina Andrea Bianchi, dal direttore di Anestesologia e Terapia Intensiva Massimo Nolli, dal direttore di Cardiologia Giovanni Quinto Villani, dal coordinatore del 118 Stefano Nani, dalla presidente dell’associazione Il Cuore di Piacenza Daniela Aschieri e dal presidente di Coop Eridana Maurizio Molinelli che ha donato l’apparecchio in questione. Apparecchio che rimane stabile al pronto soccorso cittadino ma che costituisce l’ultima tappa di un sistema che inizia già sull’ambulanza.

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IL PERCORSO DI IPOTERMIA TERAPEUTICA

Nel momento in cui una persona resta vittima di un arresto cardiocircolatorio viene impiegato in primis il defibrillatore. Ma anche se l’intervento riesce a salvare la vita del paziente, l’interruzione del battito cardiaco per alcuni minuti rischia di compromettere in maniera indelebile le funzioni cerebrali. Per evitare danni gravi viene impiegata la tecnica del raffreddamento corporeo. A bordo dell’ambulanza i medici specialisti impiegano i cosiddetti “pads freddi”, sorta di mattonelle congelate che adeguatamente posizionate permettono l’abbassamento della temperatura corporea del paziente. Giunti al pronto soccorso la stessa operazione di raffreddamento viene lasciata continuare alla Arctic Sun, la macchina presentata questa mattina: la persona colpita da arresto cardiaco viene tenuta per circa 18-24 ore ore ad una temperatura corporea di 32 – 34 gradi. Il primo paziente curato dallo strumento risale al 13 aprile scorso, oggi sta benissimo e non ha riportato lesioni di alcun tipo. Da allora in tutto sono 6 i pazienti recuperati totalmente da un arresto cardiaco, altri tre sono in trattamento. “Sono 7 le ambulanze dotate dei pads freddi, alle quali si aggiunge l’Arctic Sun e gli oltre 400 defibrillatori presenti sul territorio – spiega la dottoressa Aschieri – e questo fa di Piacenza una delle poche città in Italia dotate di una rete di soccorso urgente completa, dall’intervento precoce alla terapia ospedaliera”.

 

LA DONAZIONE DELL'APPARECCHIO "ARCTIC SUN"

Il macchinario, del valore di 30mila euro, è stato donato dalla Coop Eridana di cui è presidente Maurizio Molinelli: “Nel 2011 abbiamo indetto una raccolta fondi tra i soci della coop per donare un defibrillatore ai comuni che ospitano i nostri supermercati. Una raccolta andata a buon fine dopo la quale, infatti, abbiamo voluto replicare. La dottoressa Aschieri ci ha parlato di questo strumento e abbiamo avviato così una seconda raccolta fondi. Un modo per concludere in un certo senso il percorso”.

I pads freddi di cui sono dotate le 7 ambulanze sono invece stati donati dall’associazione Il Cuore di Piacenza per un totale di 15mila euro.