Per gli atleti che compiono attività sportive amatoriali o ludico-sportive non sarà più necessaria la visita medica per l'idoneità. È l'obiettivo di un emendamento presentato al decreto Balduzzi (in vigore dal 20 luglio e legge dal 4 agosto) in discussione alla Camera e al Senato, con ottime probabilità di essere approvato, per scongiurare quanto previsto dalla prima stesura del decreto e cioè obbligatorietà della visita medica anche per le attività amatoriali o ludico-sportive. "Un fattore che avrebbe portato al disincentivo allo sport per tutti e a ulteriori costi a carico delle famiglie". A presentare i risvolti del provvedimento sono stati il dottor Giorgio Chiaranda, medico sportivo dell'Ausl, e Robert Gionelli, presidente provinciale del Coni. In buona sostanza, se passa l'emendamento chi fa sport per hobby, va a giocare a tennis o in palestra (e non viene fatta esplicita richiesta di certificato medico), non sarà tenuto all'obbligatorietà della visita medico sportiva con elettrocardiogramma, cosa invece prevista dalla prima stesura del decreto che imponeva a tutti, amatori e non, di sottoporsi a visita medica con costi a carico delle famiglie. Il dottor Chairanda ha infatti specificato che il controllo con elettrocardiogramma non consente particolari garanzie su determinate patologie. In base all'emendamento (inserito nel decreto del Fare) che va di fatto ad abrogare la prima versione, non cambia nulla per chi svolge attività agonistica che dovrà comunque presentare certificato. Specifica invece che non c'è più l'obbligo della visita per chi fa attività amatoriale (attività ludico motoria di soggetti che non siano tesserati per società sportive, Coni o affiliate al Coni). Gionelli si è poi rivolto alle società sportive che fanno attività agonistica e che hanno squadre giovanili per le quali le visite sportive all'Ausl è prevista la gratuità. "Tutti si recano a settembre in concomitanza con l'inizio del campionato. La raccomandazione è quella di diluire le visite anche negli altri mesi dell'anno".