Mercoledì 17 luglio nella Commissione Consiliare “Sviluppo Economico” si è tenuto il secondo appuntamento del “percorso partecipato” sul futuro della gestione del servizio idrico. Il comitato piacentino Acqua Bene Comune chiede al sindaco e all'Amministrazione che vengano mantenute le promesse elettorali e che si impegnino con determinazione per una gestione pubblica. E lo fa in una nota che pubblichiamo integralmente.
Fin dal primo minuto è apparso molto chiaro ai presenti un orientamento che non è quello del rispetto del referendum come dichiarato in campagna elettorale e nelle linee di mandato, ma piuttosto il contrario. Fin dall’inizio della seduta è stato ripetuto più volte un surreale ritornello, ovvero che è necessario fare una scelta laica, “non ideologica” e priva di “preconcetti” tra le varie modalità di gestione consentite.
Come se i 26 milioni di cittadini italiani che hanno votato SI ai due quesiti referendari del giugno 2011 non avessero indicato una chiara scelta tra una gestione pubblica ed una privata, eliminando l’obbligo di privatizzare e abolendo la possibilità di fare profitti sulla gestione dell’acqua!
Non c’è niente di ideologico nel voler applicare la volontà popolare espressa da un referendum, si chiama semplicemente “democrazia”! Ideologico è invece l’accanimento neo-liberista di chi vuole continuare con le privatizzazioni nonostante l’esito del referendum.
Anche lo stesso assessore Timpano ha dovuto ammettere, nella sua introduzione al percorso partecipato (presentazione consultabile sul sito del Comune, nella sezione PiacenzaPartecipa), che “Il referendum ha dato una chiara indicazione politica circa l’ordine di preferenze tra le soluzioni prospettate, orientando le scelte verso la soluzione pubblica”
Nonostante ciò all’ultima commissione abbiamo assistito ad una presentazione studiata ad arte per gettare fango sulla possibile opzione pubblica, senza che sia stato fatto il minimo approfondimento su questa modalità di gestione che dovrebbe essere la prima scelta, da perseguire con chiarezza e determinazione per attuare la volontà popolare espressa con il referendum.
Il titolo del percorso, riportato sul sito del Comune, è letteralmente “Percorso di partecipazione sulla fattibilità della gestione pubblica dell'acqua”.
Fin dal primo incontro è apparso invece chiaro come l’intenzione dell’Amministrazione Comunale, o per lo meno di una sua parte, non sia assolutamente quella di andare verso una ripubblicizzazione del servizio idrico, ma piuttosto il contrario! Non a caso tutti i relatori invitati, ad eccezione dei rappresentanti del Comitato e del professor Lobina (invitato su proposta del comitato che ha anche sostenuto le relative spese), avevano una impostazione che non teneva conto minimamente dell’esito referendario.
Spetta alla politica l’onore e l’onere di cercare in tutti i modi di realizzare quanto richiesto dai cittadini con un referendum, e se sarà così saremo felici di dare il nostro contributo, come abbiamo cercato di fare fino ad oggi. Riteniamo invece inaccettabile proseguire questo percorso se tali modalità non cambieranno e se l’Amministrazione Comunale non presenterà pubblicamente uno studio approfondito su come realizzare una gestione pubblica. Presentazione pubblica che dovrà avvenire prima di qualsiasi decisione o atto di indirizzo della Commissione Consiliare.
E’ infatti perfettamente inutile prevedere appuntamenti di confronto pubblico solo dopo che la Commissione avrà espresso un suo atto di indirizzo, come attualmente previsto dal percorso.
Ci appelliamo in particolare al Sindaco Dosi affinché dia un segnale della sua presenza, e della sua volontà di rispettare l’esito referendario come promesso in campagna elettorale e nelle linee di mandato, dando alla Giunta un chiaro indirizzo in tal senso, e seguendo in prima persona lo sviluppo del percorso partecipato, assumendosene le responsabilità. Un segnale tangibile sarebbe inoltre quello di aderire alla “Rete dei Sindaci per l’Acqua Pubblica”, o al “Coordinamento degli Enti Locali per l’Acqua Bene Comune e la Gestione Pubblica del Servizio Idrico”. Un altro segnale importante sarebbe impegnarsi in tutte le sedi opportune affinché la gestione dell’acqua venga inclusa nei servizi pubblici esenti dal Patto di Stabilità, così come richiesto dallo stesso ANCI (Ass. Nazionale Comuni Italiani) in una nota presentata congiuntamente con il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.
Invitiamo anche tutti i cittadini a confermare e sostenere, con una partecipazione attiva, le scelte referendarie che questa amministrazione ad oggi sta eludendo.