Partecipazione, il Movimento 5 Stelle attacca l'amministrazione e ne denuncia di fatto il fallimento. In questa nota il gruppo in Consiglio comunale critica l'iter di approvazione del Nuovo regolamento della partecipazione e il ritardo che si sta accumulando per la costituzione delle Consulte.
"Siamo stati chiamati ad esprimere un parere in merito al nuovo regolamento per la partecipazione, recentemente licenziato dall’assessorato competente e deliberato in giunta.
Di per sé l'idea di stilare un regolamento che precisi i termini della partecipazione è lodevole, come lodevole è istituire un assessorato alla partecipazione, che però non dovrebbe ridursi ad una sorta di pungiball per ogni lamentela da parte di cittadini o comitati su tutte le tematiche che necessiterebbero di una più consapevole condivisione.
Nessuno nega come la partecipazione sia problematica e richieda competenze specifiche e tempi programmati per arrivare alla conclusione dei processi decisionali nel rispetto delle scadenze imposte.
Abbiamo, per questo, da tempo preso contatti con esperti del settore della ricerca sociale, che ci hanno ragguagliato sulle maggiori difficoltà riscontrate proprio nel coinvolgimento dei cittadini e ci hanno relazionato su esperienze fatte in altre realtà, proprio alla ricerca di un sistema efficace per mettere in contatto le amministrazioni e i cittadini: insomma fare processi partecipativi, inclusivi, di democrazia diretta che significa spostare verso il cittadino il peso delle decisioni.
La cittadinanza, fino ad oggi, si è disaffezionata al coinvolgimento nell'amministrazione della cosa pubblica, a causa degli scarsi risultati ottenuti con i pochi strumenti partecipativi messi in campo dai diversi enti locali. Sempre di più il concetto di democrazia rappresentativa si svuota di significato, dobbiamo fare in modo che la politica torni ad appassionare, dobbiamo lavorare perchè la democrazia sia anche partecipazione.
Gli strumenti inseriti in questo regolamento per coinvogere i cittadini sono diversi: giurie popolari, camminate di quartiere, assemblee pubbliche, piazza telematica. Alcuni di questi strumenti sono costosi, sono stati contestati, sono risultati fallimentari, sole le consulte sono, al momento, lo strumento di partecipazione cittadina potenzialmente più efficace anche se necessitano di una revisione.
Premettiamo che le consulte avrebbero dovuto essere istituite a 120 giorni dall'insediamento del sindaco, come prevede l'attuale regolamento.
Ci chiediamo se, per questa giunta, non sia arrivato il momento di fare autocritica e ammettere che c'è stata un'errata valutazione sulle modalità e le tempistiche che avrebbero dovuto portare a un nuovo regolamento delle consulte e della partecipazione.
Questo regolamento sarà approvato, nelle intenzioni, in settembre dal consiglio comunale. Serviranno poi diversi mesi perché venga attuato, quindi, con una previsione ottimistica, avremo le consulte per Natale: ovvero a quasi 2 anni dalle elezioni. Con buona pace dell'attuale regolamento (che prescrive l'istituzione delle consulte entro 120 giorni dall'insediamento del sindaco) e della nostra mozione, approvata in consiglio, che ne chiedeva l'immediata costituzione!
La maggioranza e la giunta, che hanno votato favorevolmente la mozione, hanno però precisato che era necessario attendere il nuovo regolamento, mentre noi ne chiedevamo l'immediata costituzione e la condivisione della revisione del regolamento con le cosulte già attive.
Durante la discussione sul nuovo regolamento abbiamo ascoltato, in commissione comunale, diversi consiglieri parlare della partecipazione come di un’utopia, addossando la responsabilità del fallimento ai cittadini, disinteressati e distanti, parlando di consulte e assemblee pubbliche monopolizzate dai soliti rompiscatole o maniaci di protagonismo.
Pensiamo che questo non sia il punto di partenza auspicabile per una vera partecipazione, arroccati sulle vecchie visioni della politica non si va lontano.
Il M5S fa della partecipazione un vanto: da sempre ricerchiamo il collegamento con la società civile, cercando di riavvicinare amministratori e cittadini, perchè questi ultimi possano tornare ad avere fiducia nelle istituzioni, riappassionarsi alla politica, ritornare ad avere a cuore la cosa pubblica, così come era un tempo.
Lo abbiamo fatto in parlamento, utilizzando il web per le nostre proposte di legge e le votazioni on line. Lo facciamo anche in comune attraverso le semestrali, in cui presentiamo tutto il nostro lavoro, gli atti compiuti, le battaglie sostenute: in quelle occasioni, infatti, non parliamo di programmi (ne abbiamo uno semplice, chiaro e che non è soggetto a compromessi) o di poltrone (non abbiamo referenti, né responsabili nei territori, solo gli eletti parlano a nome del M5S), presentiamo i fatti, perchè i fatti sono semplici, non interpretabili, verificabili dal cittadino che può valutare il nostro operato e partecipare segnalando situazioni critiche a noi sconosciute e suggerendo miglioramenti. Una politica rivoluzionaria: nessuna poltrona, nessuna struttura gerarchica, niente soldi, ma è questo che ci permette di essere credibili e concretamente fattivi nella nostra azione quotidiana.
Dalla nostra esperienza di partecipazione popolare possiamo portare il recente esempio sulla questione di Piazza Cittadella e del relativo progetto di parcheggio.
La convocazione dei cittadini per un dibattito in merito ha avuto una risposta significativa sia per il numero di partecipanti che per il coinvolgimento suscitato. L’auditorium di Sant'Ilario era affollato (il sabato pomeriggio!) da persone interessate ad ascoltare esperti del settore che illustravano il futuro progetto e le possibili alternative, cittadini che, con grande serenità, si sono confrontati per capire e trovare soluzioni.
Sulle questioni importanti c’è voglia di partecipare, capire, scegliere. Invece solitamente i cittadini sono messi di fronte al fatto compiuto, come è successo di recente per l'impianto Biogas a Borgotrebbia.
Forse non tutto può essere frutto di soluzioni condivise tra amministratori e cittadinanza, per esempio attraverso lo strumento del referendum propositivo senza quorum (mezzo ideale, nella nostra opinione, per ridare voce ai cittadini).
Abbiamo tentato una mediazione tra le diverse istanze in gioco attraverso una recente proposta in sede di bilancio : un ordine del giorno che preveda l'obbligatorietà della consultazione popolare in caso di opere pubbliche e private che abbiano un impatto sul territorio nonchè sulla collettività. Ben pochi hanno apprezzato la proposta tanto da aver ottenuto la solita bocciatura bipartisan.
I voti arrivano con i proclami, le decisioni amministrative si subiscono ormai passivamente, ma ciò che i cittadini proprio non accettano più è di essere presi in giro".