AGGIORNAMENTO 22-7 ORE 14 – Si è concluso l'interrogatorio di Adriano Casella, il 36enne inquisito per la morte del padre Francesco, il pensionato di Sariano di Gropparello. Il gip Gianandrea Bussi ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere. "Era prevedibile – ha dichiarato il suo legale Zaira De Biase — è stato particolarmente collaborativo confermando la tesi che aveva già rilasciato venerdì scorso. Ci sono in corso ancora accertamenti, posso solo dire che il mio assistito è molto provato e si è detto pentito". Intanto i carabinieri di Fiorenzuola che hanno in mano le indagini hanno sequestrato l'auto di Adriano Casella: potrebbe essere il mezzo con il quale l'indagato ha trasportato il cadavere del padre nel bosco dopo averlo ucciso. Intanto l'autopsia disposta sul corpo dell'anziano ha chiarito che è stato ucciso da una pistola usata per la macellazione. Il cranio dell'uomo è stato letteralmente bucato da parte a parte.
AGGIORNAMENTO DOMENICA 21 LUGLIO 2013 – Sesso, soldi e sangue. Sono i tre ingredienti di una vicenda che ogni giorno appare più inquietante. Parliamo dell’omicidio di Francesco Casella, 78 anni, agricoltore in pensione di Sariano di Gropparello.
Ad ucciderlo per denaro con una pistola da macellazione è stato il suo stesso figlio, Adriano, 36 anni, carpentiere; e ad istigarlo, a spingerlo a commettere il delitto sarebbe stata una donna legata sentimentalmente ad Adriano. Mentre ad aiutarlo poi a tentare di far sparire il cadavere nei boschi di Morfasso, dove è stato trovato giovedì, sarebbe stata un’altra donna, che forse però non sapeva nemmeno di chi fosse il corpo della vittima.
Un delitto davvero orrendo, dai contorni inquietanti. Sono ancora numerosi i tasselli del puzzle che i carabinieri, coordinati dal pm Ornella Chicca, stanno tentando di mettere insieme. Per ora c’è la confessione di Adriano Casella: è crollato venerdì dopo un lungo interrogatorio e da allora è in carcere accusato di omicidio premeditato e pluriaggravato. Domani l’interrogatorio di fronte al giudice per le indagini preliminari.
(SABATO 20 LUGLIO 2013) Non una lite degenerata tra padre e figlio ma un omicidio pianificato: un anziano padre ammazzato dal suo stesso figlio con la probabile complicità materiale di almeno un'altra persone e forse addirittura con un istigatore e cioè una terza persona che avrebbe dato l'idea all'assassino e l'avrebbe spinto a compiere il delitto. E' quanto emerge dalla conferenza stampa che si è tenuta nella tarda mattinata di oggi in procura, a Piacenza. Una conferenza stampa interlocutoria, senza dettagli né sulla dinamica dei tragici fatti, né sul movente, né sugli strumenti utilizzati per uccidere Francesco Casella, 78 anni, agricoltore in pensione di Sariano.
Ed è proprio nel paese del comune di Gropparello che è stato commesso il brutale assassinio lo scorso 7 luglio. Un assassinio confessato ieri sera, al termine di un lungo interrogatorio, dal figlio della vittima: Adriano Casella, 36 anni, operaio.
"Si è detto pentito di quello che ha fatto ed è stato collaborativo" s'è limitata a riferire Ornella Chicca, il sostituto procuratore che sta coordinando le indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Fiorenzuola che oggi erano presenti all'incontro con la stampa. C'era anche il capitano Emanuele Leuzzi, comandante della Compagnia, che ha sottolineato l'ottima sinergia con la procura nel gestire questo caso, più complesso e delicato di quel che si potesse immaginare all'inizio.
"Le indagini erano partite dall'ipotesi di scomparsa ma molti particolari già all'inizio non quadrava" ha detto il pm Chicca, nel confermare l'arresto per sua disposizione ieri sera con le accuse di omicidio volontario con la duplice aggravante della premeditazione e dei legami familiari; accusa alla quale si aggiunge quella di occultamento di cadavere: dopo il delitto, commesso a Sariano, il corpo del povero Francesco Casella è stato trasportato a una ventina di chilometri di distanza, in località Carigione di Morfasso, ed è stato gettato in una scarpata coperta di vegetazione a lato della strada provinciale che porta a San Michele.
Ora si resta in attesa che il gip convalidi l'arresto deciso dal pm dopodiché, come è già stato annunciato, verranno forniti nuovi dettagli. Nel frattempo si sa solo che nel corso di questa indagine lampo sono state sentite dai carabinieri addirittura trenta persone in qualche modo informate su quel che è accaduto o quantomeno sui rapporti tra la vittima e il suo assassino, che a quanto pare non erano buoni da molto tempo per motivi, sembra, legati alla gestione dei beni di famiglia. Questioni di denaro, dunque. E si sa anche, a questo punto, che potrebbero esserci altre due figure coinvolte attivamente nell'omicidio, anche se al momento non è stato chiarito se siano state prese misure nei loro confronti.