Picchiato e derubato dei documenti. E’ il racconto di Ionel Rusu, rumeno senza fissa dimora che spiega di essere incappato, alcuni giorni fa, nelle ire di due italiani, uno residente a Milano, il secondo in Puglia. All’origine della faida una ragazza con cui il romeno aveva una relazione: un giorno però avrebbe sorpreso la compagna insieme al pugliese nei bagni della stazione e ne è scaturita una lite.
All’inizio tutto si era risolto senza violenze, ma la situazione è degenerata la sera. I due contendenti si sono ritrovati infatti alla mensa della Caritas frequentata abitualmente da entrambi: quando il pugliese ha notato il romeno sarebbe esplosa la violenza. Lo straniero racconta di essere stato aggredito dall’italiano, con l’aiuto di due compari: spiega di essere stato bloccato e colpito da una sedia alla testa e al costato procurandosi ferite al capo e alle costole. Non contento l’aggressore lo avrebbe minacciato dicendo: “Io sono una persona importante, da oggi in poi mi dovrai consegnare 40 euro ogni giorno”. L’uomo, dolorante, è fuggito: nonostante i traumi riportati ha raccontato di non essersi recato al pronto soccorso cittadino e così facendo non ha potuto presentare una denuncia ufficiale ai carabinieri.
Non avendo fissa dimora si è recato, come di consueto, in stazione per dormire e lì sarebbe avvenuta la seconda aggressione: il pugliese, in compagnia del complice milanese, avrebbe cominciato a strattonarlo e a picchiarlo nel piazzale minacciandolo di nuovo per farsi consegnare i 40 euro. I due gli avrebbero poi rubato una borsa con alcuni vestiti e il marsupio con i documenti e il permesso di soggiorno. Ancora una volta l’uomo si è sottratto alla presa dei due ed è fuggito.
Salito a bordo di un treno parcheggiato sui binari per dormire, il rumeno sarebbe stato raggiunto per la terza volta dalla coppia che lo avrebbe minacciato di nuovo, mostrandogli i documenti rubati e prendendolo in giro.
“Ora sono disperato – spiega lo straniero – se non recupero i documenti sarò costretto a rifarli e per questo mi servono soldi che non ho. Mi avevano fatto credere di aver riconsegnato i documenti alla Polfer in stazione, ma non è così, mi hanno preso in giro. Se prima volevo aspettare a fare denuncia, ora non voglio attendere oltre”.