Si è da poco conclusa in Tribunale una lunga udienza nell’ambito del processo Filosa dedicata alle richieste degli avvocati difensori. Ricordiamo che Alfonso Filosa è l’ex responsabile della Direzione provinciale del Lavoro di Piacenza e Cremona e che nel giugno del 2009 era stato arrestato per corruzione e concussione. Secondo l’accusa avrebbe chiesto e ottenuto tangenti in cambio di favori ad alcuni imprenditori: ipotesi per le quali il pm Antonio Colonna nella scorsa udienza aveva chiesto 12 anni di reclusione senza la concessione delle attenuanti generiche. Lo stesso pubblico ministero nel corso della stessa requisitoria aveva chiesto l'assoluzione di Morgan Fumagalli, imprenditore milanese coimputato nel processo con l'accusa di aver corrotto il pubblico ufficiale Filosa; corruzione che sarebbe stata "indotta" o addirittura "costretta" dai comportamenti dello stesso ex direttore dell'Ufficio provinciale del Lavoro. E oggi l'avvocato Michele Passarella del Foro di Milano si è associato alle richieste del pm chiedendo per Fumagalli l'assoluzione piena.
Di segno decisamente opposto a quelle della pubblica accusa sono state le richieste dei difensori Benedetto Ricciardi e Luigi Alibrandi, difensori di Alfonso Filosa: assoluzione da tutti i capi di imputazione e, in subordine, derubricazione dei capi di imputazione "sotto l'egida del nuovo articolo 318 del codice penale – spiega l'avvocato Alibrandi – che prevede una pena edittale decisamente inferiore". E si parla di un massimo di tre anni contro i 12 chiesti dal pm. Si tratta dell'articolo che prevede l'ipotesi di "Corruzione per un atto d’ufficio" e recita: "Il pubblico ufficiale, che, per compiere un atto del suo ufficio, riceve, per sè o per un terzo, in denaro od altra utilità, una retribuzione che non gli è dovuta, o ne accetta la promessa, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni".
Contattato al termine della sua arringa, l'avvocato Alibrandi ci ha tenuto a sottolineare come sia stato lo stesso pm a chiedere l'assoluzione per l'ipotesi di reato sulla base della quale i carabinieri hanno arrestato Filosa in flagranza il 24 giugno del 2009: "Per questo reato il pm ha chiesto il proscioglimento perché il fatto non sussiste" ha detto l'avvocato, con particolare enfasi sulla motivazione. Si tratta di un assegno postadato che "venne ritenuto dai carabinieri ipotesi delittuosa".