La guerra per l’acqua non è una nefasta prospettiva solo dei paesi in via di sviluppo, visto che ormai anche nel Piacentino sono sempre più frequenti i motivi di scontro legati al cosiddetto “oro blu”. Risolta la diatriba con la Liguria per il Trebbia e la diga del Brugneto, ora è il Nure, o meglio le sue acque ad essere contese. E in quersto caso sono i sindaci e gli agricoltori ad insorgere, dopo che l’assessore regionale all’Ambiente Sabrina Freda ha risposto picche alle loro sollecitazioni per avere una derogare ai limiti imposti dal minimo deflusso vitale. Si tratta di un parametro che ha come obiettivo quello di “conservare” una parte dell’acqua per il fiume, in modo da garantire la vita del suo ecosistema. Ma i primi cittadini della Valnure, che si sono schierati dalla parte degli agricoltori, lamentano la scarsità di acqua per l’agricoltura ancora in ritardo rispetto al periodo.
“Già il pomodoro è un prodotto a rischio per la concorrenza globale, se chiudiamo il rubinetto per un mese non so se il settore riuscirà a farcela” ha detto il sindaco di Podenzano, Alessandro Ghisoni. Gli ha gatto eco il primo cittadino di Vigolzone, Roberto Rolleri: “Il rischio è di mettere in ginocchio il settore agricolo, che è già in difficoltà. Continueremo a lottare per rivedere questi parametri”. Schierati con i sindaci poi, le associazioni di categoria, in particolare la Coldiretti.