Quattro milioni di metri cubi di acqua: questo il quantitativo massimo del rilascio che potrà essere effettuato dalla Diga del Brugneto per il fiume Trebbia nel periodo estivo grazie al Protocollo d’intesa sottoscritto oggi a Bobbio, in provincia di Piacenza, dalle Regioni Emilia-Romagna e Liguria e dalla Società Mediterranea delle Acque S.p.A. L’accordo prevede una sperimentazione triennale per il rilascio fino a un massimo di 1,5 milioni di metri cubi di acqua aggiuntivi rispetto ai 2,5 milioni già concessi dal disciplinare vigente. L’obiettivo è quello di rispondere alle necessità irrigue del territorio piacentino, nel rispetto delle esigenze idriche liguri. “Coniugare solidarietà, gestione integrata delle risorse idriche e tutela dell'ambiente è un obiettivo possibile: quando il governo di un bene prezioso come l’acqua richiede soluzioni condivise, la via da percorrere è quella del dialogo tra istituzioni, superando i semplici confini amministrativi”. Così la vicepresidente della Regione Emilia Romagna, Simonetta Saliera e l’assessore all’ambiente della Regione Liguria, Renata Briano, intervenute alla firma dell’intesa con il Presidente della società Mediterranea delle Acque Giovan Battista Pittaluga. “L’intento – proseguono – deve essere quello di una gestione ottimale e intelligente di un bene comune indispensabile, per soddisfare le richieste delle diverse comunità e garantire un futuro sostenibile”.
Che cosa prevede la concessione
Il disciplinare a cui è assoggettata la concessione dell’invaso del torrente Brugneto prevedeva già l’impegno a lasciare defluire gratuitamente dal serbatoio artificiale 2,5 milioni di acqua nel periodo tra il 16 maggio e il 15 settembre. I cambiamenti climatici e i maggiori utilizzi hanno modificato negli anni la disponibilità della risorsa nel bacino del Trebbia, e ciò ha causato delle criticità per l’irrigazione delle colture agricole della valle.
La società Mediterranea delle Acque S.p.A., a cui il Comune di Genova ha delegato la gestione tecnico operativa delle concessioni di derivazione d’acqua di cui è titolare, utilizzerà un particolare modello per la gestione e l’ottimizzazione dei rilasci dalla diga del Brugneto sulla base della quantità di acqua presente nell’invaso nelle diverse situazioni stagionali e sulla base dell’assenza di precipitazioni.
Il "contratto di fiume"
Tra i presenti a Bobbio, l’assessore regionale alla Difesa del Suolo Paola Gazzolo e il segretario generale dell’Autorità di Bacino del fiume Po Francesco Puma.
“L’attuazione di questo Protocollo – è intervenuta Gazzolo – rappresenta la piattaforma di lancio di strategie innovative per la gestione integrata e partecipata dell’intero bacino del Trebbia”. A tal fine, secondo l’assessore uno strumento adeguato potrebbe essere il Contratto di fiume su cui far convergere risorse europee, ad esempio quelle dei progetti “Life” che saranno finanziati dalla prossima programmazione comunitaria 2014-2020. I fondi stanziati annualmente dalla legge regionale n. 3 del 2010 per la partecipazione attiva dei cittadini all’elaborazione delle politiche locali potrebbero contribuire all’avvio di un governo condiviso del fiume.
“Attraverso il gioco di squadra degli enti locali e di una pluralità di attori pubblici e privati – ha concluso Gazzolo – la gestione integrata del bacino del Trebbia rappresenterebbe un’opportunità straordinaria per l’intera Vallata non solo dal punto di vista ambientale, ma anche per una crescita economica sostenibile che tenga in considerazione i molteplici interessi legati alla risorsa idrica: idropotabili, agricoli, energetici e turistici”.