Risorse idriche: l’Italia è costantemente un paese a rischio, e il piacentino non fa differenza. Se il 2013 non dovrà attivare una lotta alla siccità lo si deve unicamente alle abbondanti precipitazioni dei mesi scorsi, ma il problema potrebbe ripresentarsi già a partire dall’anno prossimo. L’allarme è stato rinnovato da ANBI, l'Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, che ricorda il sotto-utilizzo delle acque piovane, fermo ad un desolante 15%: da qui l’urgenza di creare “invasi collinari e di pianura, capaci di immagazzinare le acque piovane per utilizzarle nei momenti di necessità, riducendo nel contempo il rischio di alluvioni”.
“L’acqua a disposizione del piacentino per il 2013 è acqua di falda o stoccata negli invasi di montagna, le dighe” – ricorda il presidente del Consorzio Bonifica Fausto Zermani – “purtroppo l’Emilia Romagna è il fanalino di coda, a livello nazionale, quanto a scorte d’acqua. Quando parliamo di prevenzione dobbiamo considerare quanta acqua ci servirà e per quanta agricoltura servirà. Chi dice di sostituire le colture esistenti con altre colture meno esigenti non vive nella realtà, perché in questo Paese serve il lavoro, proprio in termini di ore lavorative. E’ notorio che le colture che utilizzano più acqua sono quelle che distribuiscono più lavoro e quindi più ricchezza. Si parla di crescita e non si fa nulla per crescere! L’agricoltura è l’unica attività che crea ricchezza, e che attraverso il lavoro delle coltivazioni si riflette in maniera positiva sul territorio grazie alla manutenzione che ne deriva. E’ un’attività sociale, per giunta gratuita, della difesa del suolo.”
Un circolo virtuoso, dunque, che richiede lo stoccaggio di acqua, proprio per alimentare la ricchezza del territorio, e il metodo più ovvio è quello di puntare agli invasi di montagna, stante la nostra realtà di colline, valli e montagne. “Le dighe del piacentino producono energie alternative” – ricorda Zermani – “ecco perchè venerdì organizzeremo una manifestazione con l’assessore regionale presso la comunità montana di Bobbio dove faremo questo rilascio straordinario del Brugneto. Ma c’è un invaso a monte che deve farci riflettere.”