All’inizio era tra quelli con più digital divide in Italia. Oggi il territorio dell’Emilia-Romagna ha una copertura misurata da Lepida SpA pari al 97,4%, con Adsl per il 90,5%. Analizzando il dato per provincia, Piacenza è “coperta” al 96,5% (Adsl 88.8%), Parma al 96,3% (Adsl 87%), Reggio Emilia al 97,2% (Adsl 90,9%), Modena al 96,5% (Adsl 90,5%), Bologna al 98% (Adsl 91,9%), Ferrara al 98.5% (Adsl 87%), Ravenna al 98,4% (Adsl 91,2%), Forlì-Cesena al 97,4% (Adsl al 92.2%) e Rimini al 97,6% (Adsl 92.4%).
“C’è una trasversalità di azioni in corso che ci porterà a colmare quella piccola frazione del territorio – aree di montagna e zone rurali – ancora esclusa, ma che ha pieno diritto ad accedere alla rete e ai suoi servizi” ha sottolineato Alfredo Peri, assessore alle Reti di infrastrutture materiali e immateriali a margine di un seminario oggi in Regione. “I recenti accordi con il governo – ha ricordato Peri – ci consentono di investire per il superamento del digital divide ulteriori 46 milioni di euro, che vanno appaltati nel corso di quest’anno”. In piena sintonia con il Piano nazionale banda larga e gli obiettivi dell'Agenda digitale europea, l’Emilia-Romagna rappresenta “un’esperienza interessante anche a livello di metodo – ha concluso l’assessore – per la fortissima sinergia e collaborazione tra tutti gli enti interessati”.
“Con questi interventi la Regione dimostra in modo concreto il proprio impegno per lo sviluppo e il sostegno di una parte più fragile del nostro territorio qual è la montagna – ha ribadito la vicepresidente Simonetta Saliera – . In Appennino, se non c’è copertura di rete è pressoché impossibile continuare a viverci. Per questo abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare per garantire l’accesso alle amministrazioni pubbliche, agli istituti scolastici, alle aziende agricole. Il nostro obiettivo è ridurre la disparità tra Appennino e pianura”.
Gianluca Mazzini, direttore generale Lepida Spa, ha ricordato la “neutralità della nostra azione complessiva, sia rispetto alle tecnologie che agli operatori”, sottolineando inoltre la priorità, nella fornitura di banda, alle imprese, “perché rappresentano un elemento di attrattività del territorio”.
Gli interventi
Nell’arco di una legislatura si è potuto colmare il divario rispetto a un livello minimo di comunicazione definito (2 Mega, come fissato dagli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea) omogeneo in tutto il territorio, dalla pianura alla montagna, sia a livello tecnico che economico (per tariffe utente). La Regione Emilia-Romagna è riuscita a catalizzare il 17% delle risorse nazionali del decreto Crescita 2.0 per garantire a tutti l’accesso a internet (e quindi ai servizi offerti dal World Wide Web). Contro il digital divide sono stati spesi direttamente 74 milioni di euro, e utilizzati gli investimenti della rete Lepida per circa 54 milioni: complessivamente, 128 milioni di euro.
La Regione ha agito, attraverso Lepida SpA, in piena neutralità tecnologica, realizzando fibre per abilitare il territorio, costruendo una Dorsale sud radio capace di abilitare il territorio da sud a nord, usando le reti cellulari con tecnologie innovative, radio su banda licenziata, radio su bande non licenziate e utilizzando, infine, il satellite.
Il progetto in corso con il Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) prevede la costruzione in fibra su 16 tratte montane con un impatto su almeno 15.000 abitanti in 40 differenti aree. Il progetto della Dorsale sud radio prevede 40 tralicci da Piacenza a Rimini, con un servizio per almeno 100.000 abitanti. A oggi sono stati abilitati diversi operatori delle telecomunicazioni (18 accordi con operatori radio e 2 operatori satellitari). Con Telecom Italia la Regione ha costruito un piano da 144 centrali complessive: 55 attivate nel 2010, 24 nel 2011, 31 nel 2012, 30 nel corso 2013 e 4 nel 2014. Le fibre ottiche per le centrali abilitate servono utenti non solo di Telecom Italia ma di tutti gli altri operatori. Sono stati attivati in fibra 135 istituti scolastici; 10 sono in corso di attivazione e 80 lo saranno in futuro. E’ in corso la realizzazione di 600 punti di accesso WiFi in tutto il territorio: l’utilizzo sarà gratuito.
Sull’Appennino sono stati realizzati finora sistemi radio in banda non licenziati con un investimento di 6,5 milioni di euro (che significa una copertura del 2,59% della popolazione regionale e del 22,8% della popolazione della montagna) e di 13,7 milioni di euro per fibre ottiche (copertura del 2% della popolazione regionale e del 18% della popolazione della montagna). Sempre nelle aree di montagna sono in corso investimenti per la Dorsale sud per 2,6 milioni di euro (copertura del 2,23% popolazione regionale e del 22,4% popolazione della montagna) e per 8,2 milioni di euro per fibre ottiche (copertura dello 0,35% popolazione regionale e del 3,4% popolazione della montagna). Per il futuro sono pianificati, sempre per la montagna, 6,2 milioni di euro per la messa in posa di fibre ottiche (che garantiranno una copertura per 29.500 cittadini) e 9 milioni di euro per azioni in neutralità tecnologica – su linea fissa, mobile o radio – in modo da arrivare a 77.000 cittadini.